Pagina:Collenuccio, Pandolfo – Operette morali, Poesie latine e volgari, 1929 – BEIC 1788337.djvu/372

alla causa dei dotti che si andavano incarcerando e perseguitando: ■e volli mostrare ai tristi, come la pubblica indignazione e la ven- detta del tempo aspettavali, e caricai quindi i colori negri sul tiranno ( Giovanni Sforza ) e accrebbi la pietá del caso e il vigore dell’animo del C., e gittai via dallo scritto tutti i barbarismi e i solecismi e le lungherie; che avrebbero potuto tardare il lettore e spuntare le armi della eloquenza, che per poca ruggine piú non isplendono». (Cfr. anche G. S. Scipioni, G. Perticavi letterato e cittadino , Faenza, 18S8, pp. 22, 40 sg. e M. Pelaez, Notizia degli studi di G. P. sul Dittamondo, in Atti d. R. Acc. Lucchese, XXIX (1898), p. 328 n.). Il saggio del Perticari fece chiasso, ed ebbe anche l’onore di una traduzione inglese di Lord Byron, pubblicata in Edimburgo: cfr. M. Romano, Costanza Monti-Perticari. Lettere ined. e sparse raccolte e ordinate , Rocca S. Casciano, Cappelli, 1903, p. 28. (Un’al- tra traduzione inglese della Canzone, di W. M. Tartt, si legge nel suo libro Memoirs cit., pp. 159-163). II. 1834: I. Montanari, Versi sacri e morali ad uso del Gin- nasio pesarese, Pesaro, Nobili, 1834, II, 13 sgg. Viene qui rista- bilita, con qualche racconciatura piú o meno felice, la lezione genuina della Canzone : e questo testo, riprodotto dal Bicchierai nella sua Antologia ad uso della gioventú (Firenze, Le Monnier, 1855) e piú tardi, nel Manuale del Torraca, formerá poi la base di tutte le ristampe successive, sino alle piú recenti. Noterò qui le principali: a) Giosuè Carducci, Primavera e fiore della Lirica Italiana, Firenze, Sansoni, 1903. b) G. S. Scipioni, La canzone «alla morte» di P. C., nella riv. Le Marche, IV (Fano, 1904), pp. 229-305. — Si hanno in questa ediz. varie rammendature arbitrarie, non sempre giustificate da necessitá sintattiche o lessicali. Nel breve studio che precede il testo della canzone, è confortata di nuovi argomenti l’opinione che questa poesia appartenga al 1488, data della prima prigionia di Pandolfo a Pesaro: opinione, che non ostanti le argomentazioni in contrario di G. Morici, in Cultura , VII (1888), 226 sgg., è ormai quasi universalmente accettata. c) G. Carducci, Antica lirica italiana (Canzonette, Canzoni, Sonetti dei sec. XIII-XV), Firenze, Sansoni, 1907, pp. 223-25. d) G. Crocioni, Le Marche. Letteratura Arte Storia, Cittá di Castello, Lapi, 1914, pp. 112-16).