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2. Specchio d’Esopo ecc. Interlocutori Hercule, Esopo, Plauto, Luciano, il Re. Stamp. a Venezia, per li Niccolini da Stabbio, MDXLIV. Di questa ediz., molto piú rara della precedente, mi è noto un solo esemplare, esistente nella Biblioteca Vaticana. 3. Specchio d’Esopo tradotto di greco in volgare per Messer P. C. da Pesaro. Interlocutori Hercule, Esopo, Aristofane, Luciano, il Re. (in fine:) «In Vinegia, per Giovanni Padovano, nel MDLII» in-8 picc. di cc. 16 A e B. Edizione rarissima come la precedente: unico esemplare, a mia notizia, è quello conservato nell’Oliveriana di Pesaro. Resta sempre ignoto il motivo (cfr. A. Saviottj, Pand. Coll., p. 184 sgg.), pel quale, mentre nelle due precedenti edizioni e nei due mss. ri- mastici dello Specchio non troviamo alcun accenno alla sua pretesa derivazione da un testo greco, si sia in questa voluto far credere il dialogo opera non originale, sopprimendo, fra l’altro, uno degli interlocutori latini, Plauto, e sostituendolo con Aristofane (b. 4. Una riproduzione della precedente edizione sembra essere quella che col titolo: Apologo intitulato Specchio d’Esopo tradotto dal greco in volgare da Mess. Pand. Coll, da Pesaro, vide la luce a Venezia, per Cornili da Trino da Monferrato, nel 1563; ma non posso darne notizia piú particolareggiata, essendomi rimasta inac- cessibile.

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Nella presente edizione riproduco fondamentalmente il testo del cod. palatino di Parma piú sopra descritto: solo in minima parte giovandomi e delle edizz. 1526, ’44 e ’52 e del cod. vaticano urbinate, che riproduce sostanzialmente il testo della prima edi- zione. La differenza piú notevole fra il nostro testo e i precedenti è nella chiusa del dialogo: sulla quale è perciò necessario ch’io intrattenga un poco chi ha la pazienza di scorrere queste pagine. (1) Tale sostituzione fa si che nell’ultima battuta di Aristofane, le parole che nelle edizz. precedenti pronuncia Plauto: «Ho parlato con Giove e con Mercurio «et holli avuti in casa et ho fatto discendere di cielo in terra Arcturo, che mai «piú né prima né poi dal ciel si mosse...», vengano sostituite con quest’altre: «Ho «veduto Socrate sospeso nella cesta parlar con le nuvole et ho inteso la lingua di «tutti gli uccelli...». Oltre questo, altri mutamenti nel testo non occorrono. Della soppressione della poesia che chiudeva il dialogo, diremo piú innanzi.