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In questo mezzo eh’ io stava cussi carcerato, senza saputa de cosa si facesse al mondo, fui spogliato de fatto de’ mei beni mo- bili e stabili, pur senza mia colpa, senza citazione, senza processo, senza osservanza alcuna di leggi e di statuti: solo per iniustizia e iniquitá del predetto messer Ioanne, sotto pretesto ch’io fussi debitore del signor Iulio da Camerino.

De l’anno poi 1489,per opera de l’illustre signor messer Ercule Bentivoglio fui liberato, decarcerato, e ne l’ora propria de la libe- razione per lo prefato messer Ioanne Sforza fui mandato in esilio e cussi ingratamente me trovai spogliato in un tempo, prima de la libertate, poi de la robba, terzo de la patria; e tutto senza mia colpa, senza iudicio, senza osservanza alcuna o colore de iustizia: non obstante che a tutto el mondo fussino o sieno noti li mei bene- meriti e fedelissimi offici de molti anni di ottimo cittadino e ser- vitore verso il signor Constanzo suo padre, et esso messer Ioanne. Essendo stato anni undici in esilio con la donna e sette figlioli et altra famiglia, privo d’omni facultate cimi multi affanni e fatiche, corno po’ pensare Vostra Signoria, la summa bontá de Dio e la provvidenza de la Santitá di nostro Signore ha privato per soi demeriti il detto messer Ioanne del stato di Pesaro et conferitolo degnamente a Vostra Eccellenza. Per la qual cosa vedendomi aperta la via, per la espulsion del tiranno e per la constituzione di Vostra Signoria legitimo Principe sopra di nui, a recuperare la patria e facultá mie, cum la restituzione de li interessi patiti per la iniquitá di quell’altro etc.

Postque sequitur longa narratio supplicationis contro, adver- sarios suos.

[Pesaro, ottobre 1500.]

XXVI

Al duca Ercole d’Este.

Illustrissimo signor mio. Da poi ch’io fui redintegrato a la possessione de le cose mie de Pesaro, li mei lá hanno sempre desiderato e me hanno fatta continua instanza ch’io me transfe- risca fin lá per rivederli e goder almen dui di inseme con loro. Io ho sempre differito al loro desiderio e mio infino a questo tempo, per andarli quando ogni cosa sia piena di frutti, i quali