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altramente e lui e mi saressimo vituperati. Prego Vostra Magni- ficenza, caro messer Iacomo, mettiati in questa cosa tutto el vo- stro studio, e rescrivetemi presto; perché se ’l bisognará, me trans- ferirò fino li in persona a parlare al signor marchese, prima che patire questo scorno e questo danno. Non ve potria piú recoman- dar questa cosa: me ve ricomando.

Ferrariae, 15 Octobris, hora vii noctis, 1498. Frater vester Pandulphus pisaurensis ducalis consiliarius.

P. S. La recondutta del signor marchese con veneziani, a chi piace e a chi dispiace, secondo le complessione e passione de li omini, et è tacil cosa a iudicare, ove non se ode l’altra parte. Io non cognosco el marchese inesperto né poco intelligente; so che tutto ha fatto secondo la grandezza del cor suo e d’ogni sua azione non posso se non allegrarme e congratularme. E altro non se dice, se non che Sua Eccellenza attenda a far virilmente e vin- cere, ché in questo modo astoppará la bocca a tutti: et io per me non posso credere altro, se non ch’el se abbia a fare onore, come quello che dá el calo a questa statéra de Italia. Recoman- dome a Sua Signoria infinite volte.

Idem Pandulphus. Magnifico Viro Patrono meo honoralidissimo Domino Iacobo de Hadria etc.

XXII

A Girolamo Giglioli.

Amantissimo et onorato fratei mio. Èrisera a notte per messo a posta, io ebbi da Pesaro la conclusione del maritazzo de la Ge- nevra nostra: e cosí col nome de Dio, mei fratello e genero, de mia voluntá e commissione, l’han promessa a Guidantonio da Saiano, gentilomo de Pesaro, quale è quello che inseme col padre l’hanno dimandata; e me scrivono che ogni di io ne serò piú contento, attento ch’el è giovene de circa 20 anni, bello e