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che quella, con la sua bontá e con la sinceritá del core e devo- zione a Dio, seria casone de mutar questo decreto, corno per la sua sapienza fece dio in Isaia et Iona. Tuttavia corda regimi in manu Dei suni. Esso fra’ Ieronimo mandará a Vostra Signoria quel suo libro fatto latino, nel quale dechiara alcune cose corno hanno ad essere. Era giá impresso e me disse che bisognava espectar che ’l se sugasse; a mi ne donò uno, quale ho letto con piacere assai. E mandará a Vostra Signoria depinta la forma propria de la Corona, qual lui vidi donare a nostra Donna... se- duta et ha bona grazia e torna bella. Me ricomando a Vostra Eccellenza.

Ferrariae, die lunae xii Octobris, hora xm, 1495. Ill.mae D. D. V. servus Pandulphus.

Ill.mo Principi et Ex.mo Domino Domino meo singulari Domino Duci Ferrariae.

XVI

A Iacopo d’Atri.

Magnifice frater honoralidissime. Perché ho fede in vui gran- dissima, né dubito che de bon ricordi et aiuti me abbiate a man- care ove possiate, ve scrivo questa aspettandone da vui presta risposta. Io son per adattare una mia gran cosa appresso questo mio illustrissimo signore per tutta la quiete de la vita mia e de li miei, e questo è per farmi una casa propria, con molto aiuto de sua Eccellenza, ma el bisogna ch’io me aiuti anche io: e non potendo omnino da mi, è forza ch’io me vòlta ove io me creda potere essere aiutato, et ho fatto disegno sopra alcuni mei ono- revoli e grandi amici et incarcatone alcuni che mi riusciranno. Vorria vaierme ancora de la Eccellenza del signor marchese, se lo potesse per la maggior summa: et altro fundamento non ho con sua Signoria, che le offerte quale altra volta Sua Signoria me ha fatto, e l’amor qual ha portato a Teofilo e la sua naturale