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XII

A Piero de’ Medici.

Magnifico Piero, patrone et signor mio. Me doglio insino al core, insieme con Vostra Magnificenza e con tutta Italia e con tutti li dotti, de la morte in vero troppo acerba del Magnifico quondam vostro padre, commune benefattore de tutti et in ispecie mio singulare protettore e refugio. E a molti asperi e gran casi quali a’ di mei me sono occorsi, niuno me se potea aggiongere maggior de questo. Ne ho tanto dolore, che mai el porria espri- mere. E poi che altro remedio non c’ è, portiamola in quel modo che l’altre cose inevitabile. Spero ne la bontá e virtú vostra e ne la reputazione che si è avuta da ognuno de Vostra Magnificenza, che quella succederá nel nome e ne la dignitá e ne la gloria de quella anima benedetta de bona memoria. E cosí prego Dio che sia, e non dubito será per li singulari benefici de la vostra inclita casa e di vostro padre verso quella eccelsa republica. Ricordo e prego Vostra Magnificenza che li stia a mente che ne la ereditá del prefato Magnifico vostro padre de santissima me- moria ci sono connumerati anche li amici e servitori soi, nel nu- mero de’ quali so’ aneli’ io, non forse inferiore de animo e de voluntá e de desiderio de farvi cosa che vi piaccia. E però dove Vostra Magnificenza veda ch’io possa, o per me proprio o appresso questi mei illustrissimi duca e duchessa o in qualunque modo servirle, prego quella me comandi, che da mi sempre se troverá ben sati- sfatta e servita con ogni amore e sinceritá e fede.

Mi ricomando sempre a Vostra Magnificenza. Ferrariae, 14 Aprilis 1492.

M. V. servitor Pandulphus pisaurensis /. U. doctor et Eques et ducalis consiliarius.

Magnifico Petro de Medicis Patrono et domino meo observandissimo.