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cosa, e praesertim s’ella non vi costa, o non mette in pericolo qualche vostro maggior disegno; ché certo, fatto questo, io ci vedo una maravigliosa quiete d’animo, dico tanta, che mai la porria esprimere. Nondimeno Vostra Magnificenza è sapientissima: sia sempre fatta la voluntá vostra, la qual, quant’è per mi, ho per summa ragione. Et loquor per argumentum ab experto.

Ho fatto l’imbasciata de Vostra Magnificenza a M°. Stefano da Milano con ogni efficacia. L’ebbe carissima ultra modo, e lui strettamente se ricomanda a Vostra Magnificenza, dicendomi: — Scrivéti a Sua Magnificenza ch’io li voglio esser schiavo in sempiterno. — Non è vero che ’l conte Nicolò Rangone se conducesse con veneziani. È pur capitano qui al modo usato; et honne el certo. Andò ne le terre de’ veneziani per vedere Corigliano, castello suo, che giá quella Signoria donò al conte Guido suo padre: e fu a Venezia, et onorato.

Èri, a le 19 ore, messer Gioanne e messer Annibaie e messer Alessandro soi figlioli e madonna Lucrezia sua nora andorono a Ferrara a le nozze: dicono seran di ritorno fra 9 di. El Protono- tario suo figliolo è rimasto a casa, e va in l’offizio di Sedeci: e questa mattina è andato accompagnato con la corte, a punto corno el padre. È pur bono aver figlioli grandi e darli reputazione! Nicoloso «Poeta» mori èri notte: dicono avea 84 anni. Ragio- nasi che in suo loco metteranno over Poeta suo figliolo, over messer Alessandro suo fratello. Altro non ho. Me ricomando de continuo a Vostra Magnificenza.

Bononiae, die Iovis x Februarii 1491, hora xxn. M. V. dicatissimus Pandulphus.

VI

Allo stesso.

Magnifico Lorenzo, patrone e signor mio singulare. Da poi ch’io scrissi a Vostra Magnificenza sul principio ch’io gionsi qui, non ho mai cessato né cesso ad ogni occasione, non solo de in- tender bene le disposizioni de qua verso Vostra Magnificenza, ma