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per quello bono amico e bon fradello e fidele che fusse mai. E Dio ce guardi da bisogno d’avere a adoperare l’un l’altro per casi de la persona o di stati nostri; ché corno el dise lui che ai mei bisogni io me posso valere de le gente d’arme de’ fiorentini, e de li omini del paese e de le cose de li, altrettanto ne digo mi: a ogni suo bisogno io li mandarò omini e gente d’arme e figlioli, e se ce andarò in persona, se ’l bisognará. E de questo mio pro- posito non ne bisogna dubitare; ché al corpo del iusto Dio, io faria sempre per la persona e per el stato del Magnifico Lorenzo quel ch’io faria per el mio proprio. Oggimai io dovria pur esser cognosciuto. Quando io ho una volta perdona e scancella una cosa de l’animo, e che digo de fare una cosa, e la fazzo. E non so usar tradimento né esser doppio: e quel che non volesse fare, el saveria molto ben tasere. Scrivégli pur liberamente che de mi el po’ fare ogni disegno; e cosí credo posser far mi de lui: Dio ce guardi pur da bisogno, e l’uno e l’altro. Credi mo, messer Pandolfo, se ’l glie ven ditto a Lorenzo de le cose, che ’l non ne sia ditto anche a mi? Ma e’so ben eh’el non pò sentir cosa niuna che venga de mi, né de omo de questo stato (omo de cervello digo). Non credi mo che ’l me vegna ditto anche a mi che quelli dui giotti che sono a Roma, de questi Malvezzi, non hanno altro favore appresso el papa che del Magnifico Lorenzo? e che’l fido del papa i favorezza? E quel che fe’ quelPambassador fiorentin che mori et anche quello che è adesso, el me è ben ditto anche a mi. Ma per la fede mia, ch’io non credo niente che’l venga da Lorenzo, perché el cognosco per savio e si credo che ’l faccia piú estima de mi che de quei giotti. Si che io son quel messer Gioanne e bono amico e fradello al Magnifico Lorenzo ch’io fu’ mai; perché credo che ’l sia anche a mi quel Magnifico Lorenzo che ’l fu mai, e tanto piú per quello che vui ne fate intendere per parte sua: e cosí so’ contento li scriviate. — Queste parole quasi formale me diede per risposta Sua Signoria, e corno quello che veramente è pur libero assai né dissimula molto, le dicea con bona fronte e con bono occhio, domesticamente e senza cerimonie; in modo che, per quanto io posso comprendere, le dicea col core, e secondo mi se li pò dare fede assai. Da poi ch’el ebbe ditto, commendando anche io questo suo proposito e confirmandolo con quelle ragione eh’ io sapea, li per- suasi (e a mio iudicio, per quanto compresi, efficacemente) che ’l medesimo proposito era stabile e fisso ne la Vostra Magnificenza.