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gior displicenza e passione assai ho ricevuto per el conto vostro, che per el mio. Ché per mi, quando finalmente, fatta ogni prova, io non possa conseguir quello desidero, niuna altra cosa arò a fare che frenar l’appetito et abitare corno io soleva; ma la vostra è assai maggior mole a maneggiare che per una simplice voluntá se possa reformare. Idio sia laudato de tutto, el qual prego ve dia tanta prosperitá, quanta e voi medesimo potete desiderare e quanta a noi, vostri veri amici e bon servitori bisogna: ché ’1 seria pur oggimai tempo che la fortuna mutasse volto e fusse sazia del passato.

Ringrazio infinite volte Vostra Magnificenza de la dolcezza e umanitá de le parole et offerte vostre, quale vedo vengono dal core. Né me despero che mediante lo aiuto e favore de Vostra Magnificenza io non abbia a conseguire ogni mio voto; ché in ogni modo, o in Fiorenza o per via de Fiorenza, con utile et onore de Vostra Magnificenza io ho a vaierme de quello desidero. Attendo a destrigare alcune cosette del signor mio patrone, e credo fra dui di andare a Verona, ove Sua Signoria se trova, per licenziarmi; e venirò a la volta di Fiorenza, corno scrissi, prima ch’io vada a Pesaro. In questo mezzo me ricomando a Vostra Magnificenza e sempre.

Venetiis, primo Augusti 1487. M. V. devotissimus servitor Pandulphus.

IV

Allo stesso.

Magnifico Lorenzo, patrone e signor mio. Sabbato sera pros- simo gionsi qui in Bologna, e la medesima sera visitai la Signoria de messer Gioanne e madonna Genevra e messer Annibaie: e a tutti feci le raccomandazioni per parte di Vostra Magnificenza se- condo quella me impose. E tutti gratamente le accettarono con ringraziare e replicare a l’usato.

Èri me restrinsi con messer Gioanne per longo spazio e se- creto, e quanto piú commodamente possetti esplicai la intenzione de Vostra Magnificenza, riservandomi tutto quello che era da