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ché serauno sett’anni d’abundanza.

Le sette magre e quelle spiche vote
di sett’anni di fame fanno instanza.
E l’ordin de la cosa vo’ che note,
come si compirá: tutto 1’ Egitto,
fin che sett’anni il sol volga sue rote,
sera in grande ubertate e gran profitto:
altri sett’anni poi seguiteranno,
che per sterilitá’l faranno afflitto.
E quei di tanta carestia seranno,
che li omin per la fame e pel bramare
la passata abundanza oblieranno;
perché tutta la terra ha a consumare
la fame in quei sett’anni tanto esosi,
e la gran povertá verrá a disfare
la copia grande de li diviziosi.
Questo è l’ordin de li anni c’ha a venire:
sette abundanti e sette carestiosi.
Viene il secondo insomnio ad inferire
fermezza al primo e presto seguirá,
perché il parlar di Dio non pò fallire.
Quel che l’insomnio tuo pretende e dá
credo mo ne sia chiara tua Eccellenza,
e quel che in li anni prossimi será;
ma perché a ciò bisogna provvidenza,
per la tua gloria e pel ben del tuo regno,
umilmente dirò la mia sentenza.
Di un omo industrioso, savio e degno
provvedi, o re, qual tu farai prefetto
sopra tutto l’Egitto e suo contegno.
E questo primo, con iudizio eletto,
faccia altri soprastanti pel paese,
di provincia in provincia, a questo effetto:
che de le entrate che seranno prese
questi sett’anni grassi, si riponga
la quinta parte e questa sia per spese