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     e tu re sopra li altri gran re sei,

che’l sia l’insomnio tuo di grande effetto
questo dicono ben li libri mei.
     Ma vo’ ben confessare il mio difetto,
che quello che significhi o pretenda,
io non lo so, né ’l credo aver mai letto.
     Ma se tu vói che ’l ver ben si comprenda,
laudo pel mio parer che sii contento
che tra noi prima insieme si contenda;
     e che si faccia alcun ragionamento,
cosí da canto, e li disputaremo
per veder di trovarne il sentimento.
     Perché tra noi filosofi tenemo
che per il disputar si possa avere
la veritá, che è obietto a noi supremo.
Faraone.   Io laudo se alcun dice non sapere
quel che non sa, ché quelli al fin piú sanno
che non presumon piú del suo sapere;
     ma quelli son per certo in grande inganno,
che per non confessar loro ignoranza,
nulla sapendo o poco, in quel si stanno,
     al non saper giongendo l’arroganza.
Io mi contento che tra voi ’n disparte
troviate qualche cosa di sustanza,
     e ancor commendo molto questa parte.
Restringetevi adunque in un cantone,
disputando e voltando vostre carte:
     tornate poi con la conclusione.

SCENA IV

Coppiero e Faraone.

Coppiero.   In questo punto io mi son ricordato

(ché prima ricordar me ne doveva:
per questo io confesso aver peccato):