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Questi precetti toi seran forniti:
non dubitar, ch’io li ho ne la memoria.
Mercatanti. Noi siam per nazione ismaeliti,
inclito duca, e semo mercatanti,
pur per patria però madianiti.
Veniam di Galaád or tutti quanti
con nostre mercanzie, qual volem vendere
qui per l’Egitto e passarem piú inanti,
se trovarem chi sia che voglia spendere,
a Menfi, a Tebe, Arcando et a Bubasto:
et altre terre si vorranno attendere.
Chi vói di nostre robbe, a gusto, a tasto
e a prova damo, e tutte iustamente,
e non ci dilettiam di far contrasto.
Portiamo rase e spezie d’oriente,
e statte, che è la mirra preziosa,
che da sé ’l segno stilla primamente
senz’alcun taglio, e però è graziosa.
De l’altre robbe abbiam se ne vorrai,
piacer ti farem sempre d’ogni cosa.
Putifaro. Vi vedo voluntieri, e sempre mai
a tutti i piacer vostri serò pronto,
e de le offerte vi ringrazio assai.
Mercatanti. La tua virtú, qual noi sapemo a ponto,
signor, c’induce che una mercanzia
ti vogliam vender, se ti mette conto.
Venendo in qua, facemmo nostra via
per Canaan, traverso la pianura
di Dottain, vicino a la Soria.
Li comperammo un servo, oltra misura
bello, gentil, leggiadro e costumato,
quanto un altro potesse far natura.
Pensando che Paresti forsi a grato,
condurlo qui a mostrarlo a tua Altezza,
come al piú degno, abbiam deliberato.