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     per intender di noi, se non m’inganno,

e di mio padre, che mo sta in pensiero
per l’assenza di loro, et in affanno.
     Ecco ch’io so’ in Sichém, e non è il vero
che sian qua i mei fratelli. Or dove andrò?
che via debbo pigliare o qual sentiero?
     Dove debia voltarmi io non lo so:
s’io vado et entro lá in quel vallone,
dubito certo ch’io mi smarrirò.
Hiras.   Olá, di’ su, che cerchi tu, garzone?
M’accorgo che tu sei quasi smarrito.
Che vai facendo in questa regione?
Ioseph.   Dio ti salvi, fratei, io avea sentito
che qui in Sichém i mei fratei pasceano:
insegnami a trovarli alcun partito.
Hiras.   L’è vero che le pecore qui aveano,
ma son partiti, e dove si sian vólti
io non lo so. Ma udii quando diceano:
     — Andemo in Dottain —-et al fin tolti
di qui si sono, e se di qui anderai,
potrai veder se li si son raccolti.
Ioseph.   Di tutto quello che insegnato m’hai
te ne ringrazio, et ancor io farò
sempre per te quel che comanderai. —
     Dove mostra costui, lá ne anderò.
Et or ch’in questo poggio son montato,
mi par vederli, se bon veder ho.
     Son dessi certo: o Dio, tu sii laudato,
ché, senza gran fatica e molto affanno,
per te quel ch’io cercava ho ritrovato!
     Vedo che insieme a ragionar si stanno.