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     Credi tu che per quel c’hai visto in sonno,

tuo padre e madre e toi fratelli in terra
ti debbino adorar, che maggior sonno?
     Guarda che per li insomni spesso si erra:
or ne va’ in casa, e drento al tuo secreto,
laudando sempre Dio, tuo pensier serra. —
     O Dio, che stando immobile e quieto
il tutto movi, et hai ne le tue mano
le nostre voluntá senza divieto,
     tutto quel che si pensa a te fia piano,
quel che si dice e fa ti fia palese,
il futuro, il passato, il vero, il vano.
     Perdonami, Signor, tutte le offese:
di poi ti prego, pel tuo nome santo,
che d’una grazia tu mi sii cortese.
     Li insomni di Ioseph, qual amo tanto,
Signor, rivolgi in bene et in letizia,
che non sian causa a me né altrui di pianto.
     Io so che da la fronte è la divizia
de la tua grazia e spesso in l’intelletto
dal sonno del futuro vien notizia;
     et io considro pur nel mio concetto
che non senza misterio il figlici mio
veduto ha il somnio e a qualche grand’effetto.
     Tu stimma causa, vivo e vero Iddio,
converti in bene questa sua visione:
laudato sia il tuo nome santo e pio.
     Or vado drento a far mia orazione
col santo sacrificio, perché spero
che Dio ara a’ mei figli remissione,
     e conduralli al dritto suo sentiero.