Pagina:Collenuccio, Pandolfo – Operette morali, Poesie latine e volgari, 1929 – BEIC 1788337.djvu/131


iii - alla vergine 125


     Per la nativitá tua che per patto
65di sangue fu sacerdotale fregio,
odi, Maria, ’l tuo servo ormai disfatto.
     Per quell’annunzio, dove il privilegio
di grazia piena e di Dio piena avesti,
odi, Maria, ’l mio pianto, e non ha pregio.
     70Per la visitazione, ove intendesti
del Precursor che ti fe’ reverenza,
odi, Maria, mei lacrimosi gesti.
     Per il partorir tuo, per la sentenza
nel tuo purificar di Simeone,
75odi, Maria, mei preghi con clemenza.
     Per la tua summa e santa assunzione,
che te de l’universo fe’ regina,
odi, Maria, la mia gran passione.
     Vedi ’l mio stato che a l’occaso inclina,
80vedi la vita che si fugge e passa,
e l’intelletto tuttavia si affina.
     Vedi i mei fatti e la mia mente lassa,
che teme non trovar dannosa sorte,
quando la carne sia di vita cassa.
     85Vedi il mio core angustiato a morte:
madre di Dio benigna e sempre pia,
apri di tua clemenza ormai le porte.
     Vedi, refugio, stella, porto e via;
non guardar li error mei, madre pietosa!
90Vinca tua grazia la mia voglia ria.
     Vedi, benigna madre e graziosa:
mei preghi esaudi, mie lacrime e pianti,
Vergine benedetta e gloriosa!
     Vedi, Vergine santa sopra i santi:
95trámmi d’esta prigion crudel e tetra,
ché con li altri salvati io soni o canti.
     Maria, grazia da te chi chiama impetra!