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I
Canzone alla Morte.
Qual peregrin nel vago errore stanco
de’ longhi e faticosí soi viaggi
per lochi aspri e selvaggi,
fatto giá da’ pensier canuto e bianco,
5al dolce patrio albergo
sospirando cammina, e si rimembra
le paterne ossa e sua novella etade;
di se stesso pietade
tenera ’l prende, e le affannate membra
10posar desia nel loco ov’el giá nacque
e ’l dì prima gli piacque;
tal io, ch’ai peggior anni oramai vèrgo,
in sogni, in fumi, in vanitade avvolto,
a te mie preci vólto,
15refugio singular che pace apporte
a l’umane fatiche, inclita Morte.
Qual navigante ne le torbid’onde,
tra l’ire di Nettuno e d’Eolo, aggiunto
quasi a l’estremo punto,
20le care merci, per salvar sé, effonde,
e, il desiato porto
remirando, i pericoli raccoglie
scorsi e fatiche tra Caribdi e Scilla,
e vita piú tranquilla