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Malocco, partito subito di Sicilia, senza fermarsi punto, pose il campo a le porte di Melfi; ma Guglielmo peritissimo capitano, prima che li greci stanchi dal viaggio si componessino a l’assedio, usci fuora con grande impeto e assaltato e rotto Malocco, e morto tutto il meglio del suo esercito, lo cacciò de la maggior parte di Puglia, e possedettela chiamandosi lui conte di Puglia.

Morto poco poi Guglielmo Ferrebac, Drogone suo fratello ottenne la signoria di Puglia; il perché un altro catipano mandato da l’imperatore (ché cosi era il nome del magistrato imperiale in Italia) al primo assalto ruppe Drogone e cacciollo de la maggior parte di quel che in Puglia possedeva. Era chiamato questo catipano Melo; ma Drogone, uomo di gran virtú, riparato subito l’esercito, ad un’altra battaglia ruppe Melo e cacciollo di Puglia. Trovo questo Drogone esser stato uomo di religione e di prudenza e di forza e perizia militare famosissimo, in modo che in tre fatti d’arme fatti in un giorno superò li greci e ottenne la maggior parte di Puglia. Prodigato adunque Melo, l’imperatore mandò un altro catipano in suo loco, il cui nome era Bubagano, il quale in quel loco che anticamente si chiamava Castra Hannibalis in Puglia edificò la cittá oggi detta Troia, come loco opportuno per ridotto de’ greci a resistere a’ romani e conservare la subiezione di Puglia e di Calabria.

In questo medesimo tempo li saracini con potentissima armata entrorno in Italia e fatto del loro esercito due parti, con una assediorno Bari, con l’altra Capua. Bari da l’armata di Gregorio greco, mandato catipano da l’imperatore, insieme con l’armata di Pietro Urseolo duce de’ veneziani, fu soccorsa e li saracini rotti e levati da l’impresa. Capua da Enrico imperatore Germano, duca di Baviera e secondo di questo nome, fu da l’assedio liberata; imperocché trovandosi per la sua coronazione a Roma, andato al soccorso di Capua, superò i saracini e per forza a lasciare Italia li costrinse. E perché mentre Enrico era al soccorso di Capua, Bubagano catipano de’ greci aveva prestato favore a’ saracini, epperò, avuto che ebbe