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molestorno Italia, rubando sempre e discorrendo tutto quello che è dal Tevere a la Pescara per traverso insino a la punta di Otranto e di Calabria, e da la parte di sopra assediorno Benevento e lo miseno a sacco e poi lo bruciorno; e deliberando venire a Roma, Giovanni X predetto adunate tumultuariamente alcune genti, con l’aiuto di un certo conte chiamato Guido, li ritenne indietro: e a tanta viltá e miseria erano allora ridotte le cittá del regno di Napoli, che subito che li saracini li promettevano non ammazzarli tutti né ruinarli le case, ignominiosamente se li davano.

Non voglio omettere al presente una osservazione istorica, la quale ancora da molte parti di questo nostro compendio si può ritrarre, acciò che si intenda non esser mai stata calamitosissima Italia, se non quando per sua mala sorte le nazioni barbare vi sono state chiamate e introdotte: notabile esempio e terribile per quelli che a li di nostri con suo pericolo ce li hanno fatti venire. Dico adunque che in questo medesimo tempo ancora Alberico marchese predetto, cacciato da Roma per invidia e per ingratitudine di quel popolo, si fortificò ne la cittá di Orta e chiamò li ungari in Italia, che venissino a far vendetta de’ romani, con patti che non toccassino la Toscana. Vennero li ungari, e senza rispetto alcuno de’ patti, tutta la parte di sopra d’Italia sino a Roma, eccetto la Lombardia ne la quale imperava Berengario I, miseno in preda, menando in Ungaria maschi e femine prigioni, ruinando e lasciando deserte le cittá, il che poi feceno piú anni, tornando spesso a la dolcezza de la preda: e questo facevano quando l’altra parte inferiore d’Italia, li saracini introdotti da Romano nel modo giá detto guastavano.

Ne l’anno di Cristo 963, essendo pontefice Leone VIII e imperatore Ottone I, li Schiavi abitanti in Dalmazia, i quali al tempo di Adriano II pontefice erano diventati cristiani, essendo loro re Sueropilo, passorno nel regno di Napoli al monte Gargano e nel seno di Siponto contro a’ saracini, e fatta di loro grandissima occisione li cacciorno da quelli lochi. Tornati a casa li Schiavi, li ungari feceno il medesimo