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massimamente questi quattro ducati di Benevento, di Spoleto, di Ivrea in Piemonte e del Friuli, in tanto che non si riconosceano per distinti, e che sola quella parte di Gallia Cisalpina, ove è Milano e Pavia, riconoscea la sua nazione longobarda distinta da la italiana, fu contento si chiamasse Longobardia; e da quel tempo a questo si è poi sempre la Gallia Cisalpina chiamata Lombardia, quasi Longobardia. Dappoi, quanto fusse per li greci, deliberò levarli in tutto di Italia, e vedendoli ristretti con il duca di Benevento, mandò Pipino re d’Italia contra beneventani con tutte quelle genti d’arme che possette mettere insieme in Italia, e lui per la via di Ravenna e di Pavia e di Ivrea in Francia se ne tornò.

Pipino pose il campo intorno a Benevento e fatto ogni prova per espugnarlo, vedendo che impossibile era ottenerlo per forza, assediò Teate, cioè Civita di Chieti, la quale governava un longobardo chiamato Roseimo, e la prese per forza e posela a saccomanno e bruciolla; per il che poi per accordo ebbe Ortona. E in Luceria lasciò per guardia Vinigisio duca di Spoleto e andossene a Roma; ma infermandosi poi Vinigisio, Grimoaldo duca di Benevento andò a campo a Luceria e conquistolla e prese Vinigisio, il quale trattò amorevolmente, confortandolo a resumere le forze del suo ducato contra francesi: il che intendendo Pipino subito levatosi da Roma andò a Luceria, e postovi il campo attorno, la vinse e prese Grimoaldo, col quale altro accordo non fece se non che lasciasse tutte le terre le quali teneva nel regno e andasse in esilio libero a Pavia.

Vedendo in questo mezzo Irene imperatrice Carlo incoronato imperatore in pregiudizio suo e de l’imperio constantinopolitano, e aver disposto di levare in tutto li greci di Italia, avea giá mandato Leone spatario suo oratore a Carlo, e Carlo avea rimandato oratori a lei e invitatola di tòrla per donna, pensando che facil cosa saria riunire l’imperio e farsi imperatore universale, avendo questa imperatrice greca per moglie. La cosa piacea molto a Irene e stringevasi la pratica, ma non possette esser tanto secreta, che uno Erizieno patrizio, che la