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Ruscelli, il quale, come è detto nel frontespizio e come meglio chiariremo piú avanti, ne «ridusse nuovamente il testo alla sinceritá della lingua volgare» (»). Il testo cosi «ridotto ed emendato» è quello che ormai comparirá definitivamente nelle successive edizioni, tra veneziane e napoletane, del 1557, ’58, *59, ’63, *90, ’91, ’92, nella giuntina del 1613 e in quella del 1771, che è l’ultima delle edizioni antiche di quest’operaia), ormai caduta, dopo un lungo periodo di favore e di gloria, nel discredito piú assoluto per i colpi fierissimi a lei inferti da vari storici napoletani, e specialmente da Angelo di Costanzo e da Tommaso Costo ( 3 ). Appartengono invece al periodo di splendore le traduzioni che del Compendio furono fatte: in latino da Nicola StoupeU), in (1) Compendio dell’Historic del Regno di Napoli, composto giá da M. Pandolfo Collrnuccio da Pesaro et nuovamente alla sinceritá della lingua volgare ridotto et lutto emendato da Girolamo Ruscelli, con un brieve discorso del medesimo sopra l’islesso autore. In Vinegia, per Giovati Maria fionclli, MDLII, in-8 picc., di ce. 215. (2) Tutte queste edizz., ad eccezione di quelle del 1563 («per Gian Maria Scotto»), del 1590 e del 1771 (ap. Gravier, Raccolta degli scrittori di Storia generale del Regno, tomi XVII-XIX), che uscirono in Napoli, videro la luce a Venezia. (3) Cfr. il mio Pand. Coll, cit., p. 21 z sgg., dove ho parlato a lungo dell’accusa fatta al Nostro, di ostilitá in mala fede verso i Napoletani e verso la Chiesa: vedi ora le imparziali considerazioni di Benedetto Croce, Angelo di Cosiamo poeta e storico. Memoria letta all’Accademia Pontaniana, Napoli, 1926, p. ti sgg. (La «memoria» è stata poi ripubblicata nell’opera: Uomini e cose della vecchia Italia, Bari, Laterza, 1927, I, 87 sgg.). Specialmente violente, sino a rasentare talvolta il comico, sono le Annotazioni che il Costo appose al testo del Compendio nelle edizz. da lui curate (in fine di ciascun Libro nelle edizz. 1591 e ’92, intercalate al testo nella giuntina 1613): dove nou tralascia occasione di bollare di malignitá e di ignoranza il povero Pandolfo, che egli non esita a dichiarare persiuo «non indegno della fine ch’ei fece»! (v. a p. 103 sgg. dell’ediz. 1613). E per tartassarlo anche meglio, il Costo, che non per nulla il Soria (Op. cit., I, 185; II, 405) defini «mordacissimo uomo» e «livoroso», scrisse di proposito una Apologia storica del Regno di Napoli contro la falsa opinione di coloro che biasimarono i regnicoli d’incostanza e d’infedeltá, Napoli, 1613. Vedasi anche Benedetto Croce, Storia del Regno di Napoli, Bari, Laterza, 1925, pp. 73, 258 sg.; e, per quel che riguarda le non meno acri censure di Angelo di Costanzo, L. Bonollo, Di alcuni falsari e di alcune falsificazioni nella storia d. Leti, il, Mantova, 1898, p. 36 sgg.

(4) PandULPHI Collenutii I. C. Pisaurensis Historiae Neapolitanae... omnia ex italico sermone in latinum conversa, Io. Nicolao Stufano Rhkto interprete, Basileae, ap. Petrurn Pernam, 1572. Una ristampa di questa traduzione apparve nel voi.: Res neapolitanae, idest Historiae Pandulphi Collenutii I. C. pisaurensis et Iohannis Ioviani Pontani conscriptae, ab ultima memoria usque ad a. Chr. MCDXCII, quo anno Historia Francisci Guicciardini incipit. Durdrechti, typis Iohannis Leonardi Berewout, 1618 in-12. Di questa ediz. si ebbe una riproduzione nel 1623 (Amstelodami, I. Iausonius), di cui un esemplare si conserva nella Biblio-