Pagina:Collenuccio, Pandolfo – Compendio de le istorie del Regno di Napoli, 1929 – BEIC 1787614.djvu/323

Gioanne duca d’Angiò era in Abruzzo cum Giacobo Picinino: temendo che Martino duca di Sessa non si voltasse andò a trovarlo e certificollo che l’armata presto verrebbe da Marsilia e da Genoa cum gente e pecunia, e che farebbe fare la tregua e comporrebbe le cose del reame; per il che quel principe alcuni giorni stette sospeso de accordarsi cum el re Ferdinando. Ma poi che Alexandro Sforza venne in Abruzzo, si sforzava de tirare Giacobo Picenino al piano, ma lui a loco securo sempre si riduceva; finalmente vedendose in cattivo loco, mandò ad Alexandro Sforza che trattasse l’accordio tra el re Ferdinando e lui. Il che parendo utile a fare, Giacobo Picenino amico al re venne cum queste condizione: prima, che Giacobo Picenino sia condutto cum cento e diece tnilia ducati, quali ne l’anno sequente gli pagasse el papa e colligati, pur che obedisse al re Ferdinando; e che lui avesse Sermona, cum l’altre terre de suo patrimonio. Le quale condizione approbate dal re Ferdinando, Alexandro Sforza andò in quel de l’Aquila e constrinse li aquilani a ritornare alla devozione del re Ferdinando, et el simile fece ancora el duca di Sessa: il che vedendo Gioanne duca d’Angiò, come abbandonato del tutto e da tutti.se n’andò ne l’isola de Ischia, et ivi aspettava l’armata de Marsilia. Et in questo modo cacciato el nemico di terra ferma, Ferdinando mandò tutte le sue gente alle stanzie. Dapoi Ferdinando re di Napoli nel verno deliberò pacificar la Puglia, dove el freddo non è crudele, et obtenne Manfredonia e Sansevero, quale terre ancora obedivano al duca Gioanne d’Angiò, e tanto piú che conosceva el principe di Taranto non esser de bon animo verso de lui; unde cum Alexandro Sforza mettendose a l’impresa, nella prima venuta Sansevero umilmente raccomandandose (sic) e Manfredonia fu messa a sacco et in preda. Ivi adunque dimorando il re Ferdinando, gli venne littere che Gioanne Antonio principe di Taranto de morte naturale era passato a l’altra vita, e che aveva de molta pecunia et un gran tesoro: per la qual cosa Ferdinando, lassato l’exercito ad Alexandro Sforza, de subito andò a l’acquisto di quel stato e di quella pecunia. Fu fama che mentre el principe tarentino giaceva ammalato, da alcuni fu occiso per farsi loro benivoli al re Ferdinando. Il quale, avuto el stato, ritrovò che el tesoro con el bestiame passò uno milione de ducati: per il che Ferdinando de summa inopia divenne in gran ricchezze e vincitore de tutto il regno. E questo fu nell’anno 1463. In l’anno sequente, che fu l’anno 1464, vennero da Marsilia