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APPENDICE 319 se reseno ad Ippolita Sforzesca figliola del duca de Milano Francesco Sforza e nuora del re Ferdinando. Il quale duca de Milano, poi che ebbe intesa tanta vittoria, cum ogni industria se ingegnava de reconciliare li baroni del regno al re Ferdinando e li signori del reame che seguitavano li angioini, e per alcuni lui intrò fideiussore e molti ne reconciliò al re.

Mentre che le cose passavano come abbiamo dimostrato Sigismundo Malatesta l’anno passato avendo guerreggiato la Marca, cum Silvestro Luciano assediò Senegallia: onde papa Pio comandò a Federico duca d’Urbino, che era in Abruzzo, che di subito la soccorresse. Ma cum Napolione Orsino gionse quel giorno che Sigismundo Malatesta aveva a patti avuta la rocca, ma sentendo la venuta de’ nemici circa a l’occaso fece sua partita: onde Federico duca d’Urbino assaltandolo, usò el beneficio de la luna, che era piena. E fuggi niente di meno la maggior parte delle sue gente; cosi li cariaggi furono presi, e de’ capi solo Giovanni Francesco dalla Mirandola. Sigismundo Malatesta se redusse a Fano, e dapoi alcuni giorni per mare andò in Puglia al duca Gioanne d’Angiò per dimandare agiuto al stato suo, della preterita rotta non avendo inteso; per il che sbigottito per la medesima via che era andato ritornò. Et el principe de Taranto comenciò a trattare l’accordio cum el re Ferdinando: il qual accordio segui cum el megio di Bartolomeo cardinale di Ravenna, e mediante Antonio da Trezzo oratore del duca di Milano.

Per questo Gioanne duca d’Angiò e Giacobo Picinino furono constretti uscire di Puglia, e cum salvo condutto del re Ferdinando in Abruzzo tornorno: e Giacobo Picinino capitano egregio, per Rugirone e Giuliano (sic) d’Angiò chiamato in Celano, prese tutta la signoria, dove acquistò grandissima ricchezza; e sermonesi oppressi da fame similmente se détteno. Il re Ferdinando per l’acerbitá de l’inverno andò in Terra de Lavoro e l’exercito mandò alle stanzie: e queste cose occorseno ne l’anno 1462. Ferdinando re di Napoli l’anno 1463, sollicitato per littere dal summo pontifice e dal duca Francesco Sforza, radunato l’exercito, non lontano da Capua se puose, e poi entrando nel paese di Sessa, prese alcune castelle, e diede el guasto a Teano; et Alexandro Sforza cum sue gente andò in Abruzzo contra a Giacobo Picinino. Dipoi el re Ferdinando tagliate le biade intrò nella pianura di Sessa: onde Martino duca di Sessa, cum le sue copie che non molto lontano alloggiavano impaurito ritornò in Sessa.