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APPENDICE Il summo pontifice, avendo in su le porte li inimici, rechiese agiuto al duca Francesco Sforza duca di Milano, il quale gli mandò Donato milanese, omo egregio in disciplina militare cum due squadre de la sua famiglia, il quale se congiunse cum Alexandro Sforza. Il re Ferdinando cum l’agiuto di questi exerciti prese Argento et Arpi, le quale castelle toglieno il passo di Terra di Lavoro in Puglia. Per il che molte terre, dalle quale Napoli era oppresso, tornorno nella prima fede del re Ferdinando; cosi fece Luca Sanseverino e Roberto Orsino. E queste cose furono nell’anno 1459. Gionto l’anno 1460, cresciuta l’erba, Alexandro Sforza e Federico duca di Urbino in Savina et il re Ferdinando in Terra di Lavoro uscirno in campo. Ma dapoi Federico cum le gente della Chiesia fu mandato contra Giacobo Savello, et Alexandro contra Giacobo Picinino, il quale molto astringeva Sermona perché perseverava nella fede del re Ferdinando. Essendo pacificate le cose della Chiesia, Federico duca d’Urbino per comandamento del pontifice tornò contra Piergiampaulo duca di Sora, Alexandro Sforza passò a Sermona: per il che Giacobo Picinino si redusse in monti et in lochi forti, dove si facevano quotidiane e leggere battaglie, in una delle quali Donato da Milano restò preso e menato a Giacobo Picinino fu posto in pregione. In questi giorni molte castelle a Sermona vicine se detteno ad Alexandro Sforza, tra’ quali fu Celano e Popoli, per il che fu aperta la via di passare a Pescara. In questo megio il re Ferdinando era andato in Puglia e provocava a battaglia il duca Gioanne d’Angiò: et operò che li inimici non se potettero congiungere insieme; per il che non osavano combattere et uscir al fatto d’arme. Onde Sancto Angelo, castello posto nel monte Gargano, diede a sacco; ma intendendo che Giacobo Picinino veniva verso di lui, chiamò a sé Alexandro Sforza e lui cavalcò per el piano de Manfredonia al fiume Aufido: e firmosse a Barletta, terra nobile et amicissima al nome catelano et arragonese. Ma subito come Gioanne duca d’Angiò intese che Giacobo Picinino erali vicino, gli andò incontro, et il re Ferdinando se avvicinò piú al castello per fin che venesse Alexandro Sforza. E quivi arrivò d’Albania Georgio Castriotta detto Scanderebech cum cavalli octocento alla turchesca, il quale cum tal soccorso gli diede non poco agiuto: e questo successe per li benefica ricevuti dal re Alfonso, quando il Turco el molestava. Ma Alexandro Sforza e lui scesero in Puglia non troppo lontano