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ma avendo sin da la morte di Alfonso adunato a poco a poco nel suo stato tre mila cavalli, fece di quelli dui capitani, Urso Ursino e Giulio d’Acquaviva, figliuolo di Iosia, e lui con questi capitani e altri baroni suoi vicini a sua persuasione da molte bande mossono guerra a Fernando.

Fernando ne la sua tornata di Calabria in Terra di Lavoro, intesa tanta e si subita rebellione, con gran difficoltá mèsse insieme quelle genti che aveva e andò a campo a Calvi, né potendo per la munizione del loco e per la stagione de l’inverno farli frutto alcuno, si levò da campo e tornò a Napoli, sforzandosi con ogni industria mantenere in fede quelli baroni che poteva; né fidandosi punto de la instabilitá de’ regnicoli, cominciò a praticare l’aiuto di altri potentati d’Italia. Pio pontefice e Francesco duca di Milano accettorono di essere a sussidio suo; i veneziani volseno star neutrali, e il medesimo feciono i fiorentini, da li quali però ottenne questo, mediante l’opera del duca di Milano, che revocorono una deliberazione fatta per loro pubblicamente di pagare ottanta mila ducati l’anno a Giovanni insino a guerra finita, e tutto per opera di Cosmo de Medici, il quale per non dispiacere al duca, fece per decreto pubblicamente determinare che anche loro neutrali in detta guerra si stessino...

E insino a qui si trova scritto de la istoria di Napoli del presente autore.