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Piero Fregoso in questo mezzo avendo in diversi tempi fatto dui insulti a Genova per recuperare il ducato contra il duca Giovanni d’Angiò e i francesi, e a la prima volta essendo stato ributtato, e a la seconda vinto e morto, e per questo essendo liberati i genovesi dal sospetto e paura de li loro fuor’ usciti, furono contenti non solamente che il duca Giovanni andasse a l’impresa del regno di Napoli, ma deliberorno aiutarlo. Cosi li armorono dieci galeazze e tre navi da portar cavalli e carriaggi pagate per tre mesi, e li détteno del Banco di S. Giorgio sessanta mila ducati. Aveva avuto Giovanni da Renato suo padre dodici galeazze armate in Marsilia e promissione che non ti mancaria di denari e che dal re di Francia ancora saria aiutato a l’impresa; onde essendo ogni cosa in punto, a’ 4 di ottobre ne l’anno 1459 entrò in galea e con tutta questa armata, de la quale era stato fatto ammiraglio Giovanni Cossa napolitano, arrivato a Luni, poi a Porto pisano, di li in tre di si ritrovò a Gaeta con intenzione di levarsi di li e andare in Calabria ne le terre di Antonio Centiglia marchese di Cotrone, che lo aveva chiamato. Ma inteso che l’era stato detenuto e fatto prigione da Fernando, fu sopra modo mal contento, estimando la sua impresa ruinata essendoli mancato quell’amico, a speranza del quale si era mosso a questa venuta nel regno. Per la qual cosa dubbioso di quello avesse a fare, andò prima a la foce di Volturno e poi a Baia, ove trovando ogni cosa munita e guardata da li inimici, pensò per carestia di vittuaglie ritornarsi a Genova. Ma fuora d’ogni suo credere e d’ogni sua speranza, Marino da Marzano duca di Sessa e principe di Rossano, che per moglie aveva Eleanora sorella di Fernando, essendo lo stato suo fra terra a l’incontro di Baia, se li mandò ad offerire di darseli, e fu il primo autore e capo de l’aperta rebellione del regno. Giovanni duca di Calabria da questa non sperata occasione rilevato, a tutti li capitoli di Marino consenti e a Castellamare di Volturno pose in terra l’esercito, e andò a Sessa: di donde scorrendo per li lochi vicini, tutta Terra di Lavoro mise in terrore. E Marino subito occupò Calvi, terra vicina a Capua, per non vi essere chi la guardasse.