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e nel maneggiar de le guerre a rispetto di Cesare essere inertissimo e rozzo. E in tanto amò il nome di Cesare, che le medaglie e le monete antiche, ove la sua effigie era scolpita, per tutta Italia faceva ricercare, e quelle come cosa sacra e religiosa in una ornata cassetta tenea, dicendo che solamente a mirarle a lui parea che a l’amor de la virtú e de la gloria si infiammasse. Ebbe ne la sua corte uomini d’ogni facultá litteratissimi, iurisconsulti, filosofi, teologi, li quali tutti di salari, di doni, di beneficii e di favore augumentava: tra i quali alcuni, in oratoria e studi di umanitá dottissimi, ebbe in famigliare conversazione e domestica, come Bartolomeo Facio, che ebbe stilo piano e soave nel scrivere e compose alcuna istoria laudata da molti che l’hanno veduta; Giorgio Trebisonda, che in traduzioni di greco in latino si esercitava; Lorenzo Valla romano, che scrisse il libro De la eleganza Ialina ; Giovanni Aurispa siciliano, che molte epistole e opuscoli morali elegantemente scritti lasciò; Antonio cognominato Panormita bolognese, uomo di ameno ingegno, che scrisse versi dolci e festivi e un picciolo libretto de li detti di Alfonso. Uomini di gran valore in arte militare, e per nobiltá di sangue e per grandezza d’animo e per desteritá d’ingegno attissimi ad ogni impresa, ne ebbe in gran copia in sua corte; imperocché da lui erano ben veduti, onorati e premiati. Ebbe tra li altri dui cavalieri, Ercule e Sigismondo, fratelli marchesi da Este, vetustissimo sangue in Italia, uomini cortesi e animosi, che ne l’arme e ogni altra opera cavalleresca a niuno cedevano: de li quali Ercule fu poi capitano d’arme e duca di Ferrara e di Modena e di Reggio, e ancor vive, uomo di eccellente prudenza e virtú, vera imagine d’Alfonso, del quale in questo libro a suo loco e in altre scritture piú particolare menzione faremo. Vi furono ancora in quelli tempi don Lupo Ximena de Urrea aragonese, viceré di Sicilia e del regno di Napoli in assenza di Alfonso, messer Innico gran siniscalco, don Innico d’Avalos conte camerlengo, messer Encoriglia conte di Consentaina, messer Ramondo Boillo valenziani, don Alfonso di Cardona conte di Regio, don An-