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nel quale lui a la messa si trovava, fuggendo ogni uomo la ruina, lui stette immobile; e volendo il sacerdote per paura levarsi da l’altare, lo fece star forte e volse che ’l sacrificio continuasse. Onde poi dimandato per qual cagione in tanto pericolo la sua persona non si era mossa, gravemente rispose quella sentenza di Salomone nel suo Ecclesiaste: Corda reguvi in manti Dei sunt. Ebbe ancora per usanza accompagnare umilmente e con gran reverenza a piede la Eucaristia in qualunque loco ei si trovasse, che per la terra la fusse portata. Fu temperato nel vivere, e massimamente circa l’uso del vino, il quale o non beveva o con molta acqua domava. Amava la bellezza, la quale lui diceva esser argomento di buoni costumi, si come il fiore è argomento del frutto, niuna iniuria per questo a la debita modestia facendo. Liberalissimo fu in donare, facendo profusissime spese, in modo che, sentendo un di ricordare che Tito imperatore era usato di dire che quel di che non aveva donato qualche cosa, li pareva averlo perduto, Alfonso ringraziò Dio, dicendo che per questo capo mai aveva un di de la sua vita perduto. Grandissima magnificenza di onoranze e di spese usava inverso li principi e le legazioni che a la sua corte andavano. Mal volontieri dava sentenza di morte di uomini, et essendo giustissimo, mai di sangue umano si dilettò: li uomini flagiziosi e scellerati e malandrini, avendoli in sommo odio, a li ministri di giustizia e propri magistrati lasciava, i quali con tanto rigore al suo tempo la giustizia servarono, che per tutto il regno, contra la corruttela de’ tempi passati, securissimamente e le persone e le robbe passavano. Era ne le battaglie aspro e terribile, ma finita la pugna o la vittoria, mitissimo e umano, d’ogni iniuria dimenticato, come se mai stata non fusse. Et ebbe per donna Maria sua consobrina, figliuola giá di Enrico III e sorella di Giovanni II re di Castiglia, la quale fu donna di rarissimo esempio, detta al suo tempo specchio di giustizia e di pudicizia e di pietá; mai però fu in Italia, né generò di sé figliuoli. Era Alfonso ne l’apparato e ornamenti di casa e di sua corte splendidissimo, con paramenti e cortinaggi di ricami e di seta