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per forza e ruppe Astor da Faenza, il qual fu primo che in aiuto de’fiorentini corresse;. dappoi espugnate alcune picciole castelle, a le stanze ad Acquaviva in Maremma si ridusse, avendo Antonio Olzina, capitano de l’armata di Alfonso, preso Vada nel territorio di Volterra sopra la marina, e fortificatola, dal qual loco i fiorentini gran molestia e danno ricevetteno. In quel tempo venne in Italia a l’aiuto del duca e de’ fiorentini Renato duca d’Angiò, invitato da speranza di poter concitare (finite le guerre lombarde) nuovi movimenti nel reame di Napoli. E per esserli stati ad instanza de’ veneziani serrati li passi de l’Alpe dal duca di Savoia e dal marchese di Monferrato, la persona sua con due galee per Genova entrò in Italia; e l’esercito Suo condusse sino in Asti Luigi delfin di Vienna, che fu poi Luigi XI re di Francia, per odio portava a’ veneziani e particolare intelligenza e amicizia aveva con il duca Francesco. Stette in Lombardia Renato tre mesi con li suoi, e senza aver fatto alcuna memorabil prova di loro, senza alcuna cagione per un subito appetito si parti di Italia, lasciando nome di impetuosa e instabile nazione e inutile a grandi imprese.

Partito Renato, e giá stracche le parti de la guerra, e non senza carico de’ cristiani essendo stata l’anno innanzi occupata da’ turchi la cittá di Constantinopoli, per un frate Simone da Camerino de l’ordine de li eremitani di Sant’Augustino, domestico del duca, uomo non di molta dottrina ma di molta caritá, la pace tra fiorentini, veneziani e duca di Milano tacitamente fu conclusa, senza partecipazione e saputa di Alfonso, a’ di 9 di aprile 1454. Alfonso però, come quello che piú la utilitá e piacere de li amici, che li vani onori estimava, ancor che in sul principio monstrasse qualche poca indignazione per non esser stato al trattato di tal pace richiesto, nondimeno non molto poi la confermò e Fernando suo figliuolo con l’esercito fece di Toscana nel reame tornare. L’anno sequente poi Nicolò pontefice mandò il cardinale di Fermo legato, e con lui veneziani, duca di Milano e fiorentini mandorono degnissime legazioni a Napoli per conclu-