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comprare, li prezzi de le quali Alfonso poi liberalmente a li venditori pagò. Lungo saria a scrivere la magnificenza de le giostre, de l’armeggiare e de le danze e lo apparato de la terra e de li uomini: scrivono in somma li.autori che in quel tempo vi si trovorno, che lingua alcuna di qualunque benché facondo e celebre oratore non potria degnamente descrivere in quanti modi la magnanimitá di Alfonso in quella celebritá si dimonstrasse, non avendo Federico però fama di virtú, che imperiale o regale fusse, ne la sua partita lasciato. Succedendo poi che, essendo giá fatto il conte Francesco Sforza duca di Milano, i veneziani per alcune dissensioni nate percausa di mercanzie (per quanto loro diceano), ma piú presto (come è il vero) per non aver voluto i fiorentini legarsi con loro a l’eccidio del nuovo duca di Milano, cacciorno per pubblico editto da Venezia e da l’altre lor terre i fiorentini, un’altra gran guerra si suscitò in Italia. Però che i fiorentini per vendicarsi de l’iniuria tanto operorno (essendo capo di questa loro impresa Cosmo de’ Medici), che indusseno il duca di Milano a muovere guerra di nuovo insieme con loro a’ veneziani; per la qual cosa i veneziani col re Alfonso si legorono, per opera massimamente di Lionello d’Este marchese di Ferrara, ordinando tra l’altre provvisioni che Alfonso battesse i fiorentini, i quali naturalmente odiava, e loro il duca di Milano, in modo che l’un l’altro soccorrere non potesse. Alfonso che virilmente e con somma fede l’impresa prendea, condusse a’ suoi stipendi Guglielmo di Monferrato con quattro mila cavalli e dua mila fanti, acciò che nel territorio di Alessandria al duca movesse guerra, pagando comunemente co’ veneziani di buon stipendio Manfredo e Giberto da Correggio, valorosi uomini in arte militare, i quali nel Parmigiano dui anni continui contro il duca guerreggiorono. Mandò poi ne l’anno 1452 Fernando suo figliuolo con esercito di sei mila cavalli e dua mila fanti, e con lui Napolione Ursino e il conte Everso da l’Anguillara e Federico conte di Urbino, contra fiorentini in Toscana: il quale il territorio di Cortona e d’Arezzo predò e prese Foiano terra grossa