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tornato in Puglia, ebbe il Guasto e tutte le terre de’ caldoreschi, e posto il campo a Manfredonia, per trattato di alcuni cittadini in pochi di ebbe la terra, ma non la rocca. Cesare da Martinengo e Vittorio Rangone, vedendo il re vittorioso, rebellandosi dal conte Francesco Sforza li détteno Troia, la quale era a lor guardia, e l’esempio loro seguitando quelli di Ariano e del Monte S. Angelo e de le altre terre che obedivano al conte, in potere del re tutte si détteno. In questo mezzo Renato essendo stato a Fiorenza e tentate molte cose, vedendo che da niun lato poteva piú aiuto sperare, e per questo Castel nuovo di Napoli con difficoltá e spesa tenendo in fine li averia bisognato lasciarlo, e il tempo statuito a messer Antonio Calvo castellano giá passava, détte arbitrio a Giovan Cossa che al re Alfonso lo restituisse; e tornossene a Marsilia, avendo in ambigua e turbulenta possessione tra lui e la sua donna parte del regno solo sei anni o circa tenuto. 11 Cossa impetrò dal re Alfonso venia per messer Ottino e per sé e per alcuni altri napolitani e si intromise a la restituzione del castello con messer Antonio Calvo: il quale ricevuta da Alfonso tutta la somma de li denari, de la quale li era Renato debitore, il castello liberamente li rendette. E in questo modo fatto in tutto Alfonso vero signore e re, sopra uno ornatissimo e dorato carro trionfale apparecchiatoli da’ napolitani, con sommo splendore e magnificenza e universale letizia del regno entrò in Napoli: il qual trionfo con un magnificentissimo e superbo arco marmoreo a la porta del castello edificato per testificazione e gloria del valoroso re, li napolitani a perpetua memoria consecrorono.

Essendo adunque il re Alfonso in perfetta possessione del regno, Eugenio pontefice, il quale ancora lui dopo molte persecuzioni dal popolo romano e da Nicolò Fortebraccio e dal concilio di Basilea ricevute, si ritrovava in pacifica possessione del pontificato, tutto il suo pensier vòlse a la recuperazione de la Marca anconitana, la quale il conte Francesco Sforza occupava. Onde, per piú facilmente poterlo mandare ad effetto, deliberò il re Alfonso conciliarsi, e mandato messer