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maggior parte de le genti aragonesi si miseno a Tocco, quattro miglia lontano da Montesarchio, estimando aver tolta la via di Benevento e de le vittuaglie al patriarca, avendolo in questo modo tra il principe e loro serrato. Il che vedendo, il patriarca mandò uomini e somari per vittuaglia in Benevento e quattro squadre li mise appresso in agguato, e lui col resto de lo esercito in arme stette fermo nel campo. Usciti di Benevento quelli che portavano le vittuaglie, furono subito assaltati dal principe e saccheggiati, per il che essendo carichi e disordinati, massimamente li fanti, sopraggiunti da le quattro squadre de l’agguato, subito furono rotti e il principe con li cavalli fuggendo si salvò nel suo campo. E quantunque il Riccio e il Ventimiglia lo avessino potuto soccorrere, non di meno presentandosi il patriarca con tutto l’esercito, si ristetteno. Col favore di questa rotta ebbe il patriarca d’accordo la rocca di Montesarchio, e poi con somma celeritá e silenzio il di sequente a buon’ora con tutto l’esercito e con l’aiuto de’ caldoreschi che erano con lui, assaltò a l’improvviso il campo del principe, e fatto un gran fatto d’arme per sino a mezzodi finalmente il principe fu rotto e Gabriele Ursino suo fratello fuggendo per la porta di drieto del campo salvò gran parte de le genti d’arme, ma perse li carriaggi. E il principe per una vigna straboccatamente correndo a l’aiuto de’ suoi, intricato tra viti e sarmenti il cavallo cadde, e lui sotto vi fu preso: per la qual cosa il patriarca fu pronunciato cardinale, subito che dal pontefice fu intesa.

Per non sapere bene usare questa vittoria, perdette il patriarca la impresa del regno, la qual giá per opinione di ogni uomo si poteva chiamar vinta; imperocché fece grande onore al principe prigione e liberollo, con ordine che dovesse mettere in punto le sue genti d’arme e venisse a congiungersi con l’esercito ecclesiastico. La qual cosa mosse a tanto sdegno Iacopo Caldora, capitale inimico del principe, che con tutti li suoi si ritirò da l’impresa: onde ne seguitò che ’l patriarca niuna cosa utile fece poi piú in tutto quell’anno, e Alfonso, che sino a quel di era stato con qualche rispetto ne le terre,