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prigione fusse, in nave, in terra e in ogni loco e in Milano ove fu condotto, con quel volto, con quella constanza, con quella maestade stette, e cosi comandò, parlò e fu obedito, copie se libero e vittorioso fusse stato. Anzi essendo menato ad Ischia e dal capitano de la galea richiesto che dovesse comandare a li isolani che rendessino la terra in mano a’ genovesi, arditamente rispose di non volerlo fare, essendo in questo proposito che del suo stato una pietra non dovessino avere se non con la spada e col sangue, sapendo ancora che niun suddito de’ suoi, fin che ’1 fusse prigione, a simili comandamenti non obediriano né obedir dovriano; e in tanta confusione ridusse quel capitano di galea, che Biasio generai capitano con accomodate parole li dimostrò tal richiesta non di sua commissione, ma per imprudenza del capitano de la galea esser successa. Per la qual cosa dicevano tutti, Alfonso solo in ogni fortuna degnamente meritare di esser re. Li capitani del campo terrestre da Gaeta intesa tanta rotta, subito senza alcun ordine dissoluto l’esercito, ciascuno per diverse vie a le sue patrie ritornorno. Li gaetani e quelli dentro di pari impeto uscirno fuora e senza alcuna resistenza tutto il campo ebbeno in preda, nel quale ritrovandosi un ambasciatore di Barzalona, che pochi di innanzi aveva avuta una lieve indisposizione di febre, intesa la rotta e presa del re, di dolore subito mori. Menò Biasio le dodici sue navi e le tredici di Alfonso a Gaeta a salvamento, e tutte insieme nel porto con ammirazione di ogni uomo alcun di le tenne; poi li prigioni tutti a Milano conducendo, a Filippo duca li presentò.

Vinto e preso Alfonso, li oratori del Consiglio di Napoli che per Renato erano a Marsilia, avendolo assai aspettato né potendolo ancora avere per non esser liberato de la prigione di Borgogna, il settembre sequente con Isabella donna di Renato e con dui suoi figlioletti fanciulli se ne venneno a Gaeta; e trovato la terra sotto il governo de li uomini mandati da Filippo per nome di Renato, Isabella benissimo veduta e onorata, mutando quelli di Filippo, tutti li suoi magistrati vi