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li tolseno; ma il re Luigi per li continui disagi, fatiche e caldi grandi, oppresso da febre, si fece portare a Cosenza, ove pochi di poi vinto dal male, senza lasciare alcun figliuolo o erede, ne l’anno 1434 fini sua vita con universale mestizia di tutto il regno, per esser stato principe molto clemente e benigno e dal quale ogni buon governo si sperava. La regina, non bene passato l’anno de la morte di Luigi, avendo sempre avuto qualche molestia nel regno, dappoi che entrò in Napoli, da li amici de li aragonesi e per la vicinitá di Sicilia, ove con l’armata stava Alfonso tentando e instigando continuamente la mobilitá de’ regnicoli a richiamarlo, ancor lei infermandosi, ne l’anno 1435 parti di questa vita avendo regnato vent’anni, e lasciato per testamento, secondo alcuni autori, erede Renato, allora titolato duca di Lorena e di Barrois, carnale fratello di Luigi III predetto. E cosi in lei la linea e successione di Carlo di Angiò primo re e la casata di Durazzo (che la medesima stirpe era) si come l’altre umane cose, ebbe il suo fine, secondo fu di lei, come avemo detto, prognosticato.

Fama lasciò di sé di instabile e impudica, dicendosi di lei che ne la instabilitá sola fu stabile e che sempre era stata innamorata, avendo in piú modi e con molti la sua onestá per lascivia maculata, ma sopra tutto con Pandolfello Alopo e Urbano Aurilia e messer Giovanni Caracciolo gran siniscalco, tutti tre gentiluomini e molto destri, virtuosi e costumati, ma sopra ogni cosa di persona e di effigie bellissimi. Il Caracciolo in principio di sua puerizia, benché gentiluomo fusse, per non avere né robba nè stato, fu notario, figliuolo di uno chiamato Poeta Caracciolo; et essendo di due sorte Caraccioli patrizi napolitani, costui fu de li Caraccioli cognominati Squizzi: li altri, de li quali era messer Ottino commemorato di sopra, si cognominavano Rossi. La prima occasione che ebbe la regina di farli intendere che lo amava fu, che essendo lui sommamente pauroso di sorci, un di giocando a scacchi ne l’antica- • mera de la regina, lei proprio fece buttare un sorcio addosso al Caracciolo: lui per paura correndo e urtando questo e quello, fuggi ne l’uscio de la camera ove era la regina e addosso le