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per andare in Capuana e prendere la regina a l’improvviso, giá denudata del sussidio del gran siniscalco. Ma (come per fortuna accade) un de li famigli del siniscalco, che non fu veduto o curato a la cattura de li altri, subito corse in Capuana e tutto il caso disse a la regina. Lei subito comandò che le porte del castello fussino serrate, e che venendo Alfonso in ni un modo fusse intromesso. La porta che va ne la terra fu incontinente serrata; e andando Sannuto da Capua, che era capitano del castello, uomo robusto e di grande animo, a serrar l’altra che va fuora, non fu si presto, che trovò Alfonso, il quale per la via di Formello fuor de le mura era venuto, e avea giá il suo cavallo messo li piedi dinnanzi sul ponte: Sannuto subito prese il cavallo per la briglia e per forza lo spinse indrieto, e fece alzare il ponte. Vedendo il re non li essere riuscito il pensiero, deliberò voltarsi a la forza; onde senza piti partirsi di li, mandò per genti d’arme e per le bombarde, e assediando la regina, cominciò a combattere Capuana. La regina in si difficili e pericolosi termini trovandosi, mandò subito a Sforza per aiuto. Sforza era alloggiato al convento appresso a Mirabello, quando ebbe la lettera, e senza indugio con tutti li suoi cavalli cavalcando di e notte mai posò, che fu a Napoli. Il re li mandò incontra e richieselo che venisse a lui: Sforza li rispose non potere per li capitoli, essendo stato prima da la regina richiesto, e confortollo a levarsi da l’assedio. Ma continuando Alfonso la sua impresa e Sforza il suo cammino, giunto il mercore a di 26 di maggio a Capuana, facendoseli incontra li catalani, fece un aspro fatto d’arme con loro, che durò circa sei ore; né potendo spuntarli da quel cantone che si chiama Casanova appresso il Formello, mandò alcune squadre drieto a Casanova, non allentando punto la battaglia dinnanzi, e fece rompere certi muri de li ortali di quella casa e dare a le spalle a’ catalani, li quali vedendosi in mezzo, lasciato il fatto d’arme, si miseno in fuga verso la porta de la terra. E seguitandoli li sforzeschi, li presono tutti a man salva, e tra loro ventisei baroni e gen-