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vicinitá sua, e stando in gran trepidazione del loro stato, li mandorno ad offerir la pace con tutte quelle condizioni che lui voleva; e lui, non con buono animo, per quanto si estimava, ma per poterli meglio ingannare, glie la concedette. E nel trattato de la pace li vendette per un gran prezzo Cortona, la quale lui teneva, onde i fiorentini da quel tempo in poi 1’ hanno sempre posseduta.

Stando a Perosa il re Ladislao si infermò di febre, non però molto veemente, tanto che tornò a Roma, e li montato in galea, menando con seco Paulo Ursino prigione, si condusse a Napoli, pur ammalato senza miglioramento. E li incarcerato Paulo, poi che fu stato alcun giorno, pur crescendo il male, a’ di 6 di agosto ne l’anno 1414 mori senza alcun figliuolo, avendo regnato anni ventinove; lasciando regina dappo’ sé madonna Giovanna da Durazzo sua sorella, de la quale un verso profetico per il reame si dicea: Ultima Durata fiet destructio regni, cioè: r L’ultima di casa di Durazzo sará la distruzione del regno di Napoli *. Fu Ladislao assai bell’uomo di persona, bellicoso e ambizioso di stati, gagliardo e vigoroso molto ne le cose che facea; in tanto temuto da ogni uomo, che a’ fiorentini massimamente, de li quali era naturale inimico, e a tutte le altre potenze parse essere liberati per la sua morte da ogni sospettosa vita e pericolo: perché non dubitavano punto che se ’l fusse visso, in ogni modo aveano ad e.sser sottomessi al suo dominio. Amò l’armi e li soldati sommamente, e in tutte le imprese, ove non si fusse trovato per altre cagioni impedito, voleva essere lui con la persona propria a governare e guidare li eserciti. Fu vigilante molto e robusto a la fatica; balbutiva alquanto nel suo parlare, del che credevano fusse stata cagione un certo veneno che in sua giovinezza li fu dato a bevere: del quale stette a gran pericolo de la vita, e fu liberato con farsi mettere spesso nel corpo de li muli aperti, e