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tini con molti baroni e combattenti, e fu ricevuto in Napoli con grande onore e magnificenza dal popolo e gentiluomini che erano da la parte sua; e in breve tempo prese la rocca di Sant’ Eramo e Castel de 1 ’ Ovo, e tutte le fortezze. E nondimeno molti gentiluomini non prestavano obedienza a lui, ma a Ladislao, onde contendendo del regno li dui re, tutto il reame in travagli e calamitá si trovava. Imperocché avendo mandato Bonifacio il conte Giovanni da Barbiano a Napoli in soccorso de la parte di Ladislao, li fu data ripulsa e fu ributtato da’ napolitani: onde di commissione del papa tornò a Perosa. Il perché Ladislao fece gran contestabile del reame il conte Alberico da Barbiano, e datoli gran somma di denari, i quali aveva avuto da Bonifacio, lo fece venire a Gaeta: ove messo in punto tutto quello bisognava a la oppugnazione, andò con molta gente a campo a Napoli, e in modo la strinse combattendola virilmente, che in pochi mesi la ridusse a l’obedienza del re Ladislao. Il che fatto, tutto il regno tornò al dominio suo e le terre facevano a regata qual potesse esser la prima che mandasse ambasciatori a far reverenza e giurare fedeltá a Ladislao; massimamente non essendo nel regno la persona e presenza di Luigi, il quale vedendosi con pochi e la terra divisa e li movimenti che per Ladislao si facevano, lasciando ben fornite le fortezze in Provenza era ritornato. Ne l’anno poi 1403, non piacendo a la maggior parte de li baroni d’ Ungaria che Sigismondo marchese di Brandenburg e re di Boemia, che poi fu imperatore, fusse loro signore, mandorono solenni ambasciatori a Ladislao e lo chiamorno a la successione del regno paterno di Ungaria. Ladislao, che giovine era e volonteroso, senza piu pensarvi messo in punto una bella armata, passò a Giara di Schiavonia terra del regno di Ungaria, ove onoratissimamente ricevuto, fu coronato del detto regno da l’arcivescovo di Strigonia; e mandato innanzi per terra il conte di Tricarico di casa San Severino per viceré, uomo prudente, con trecento lance e molti ungari con intenzione di seguitarlo, trovò che ancora li amici e partigiani suoi