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Urbano stando a Roma creò diciotto cardinali di diverse nazioni e fece pace con fiorentini e perusini e tutti quelli che erano stati ribelli de la Chiesa al tempo di Gregorio XI. Poi tutto vólto a vendetta, per sentenza privò del regno di Napoli la regina Giovanna per molti delitti, ma massime per avere prestato loco e favore a lo scisma e avere prestato obedienza a Clemente VII; e investi del regno Carlo di Durazzo che stava col re di Ungaria giá detto di sopra e scrisse al re che li mandasse detto Carlo, che lo coronaria del regno di Napoli. Da l’altra parte Clemente stando in Anagnia, fatto venire un suo nepote di Francia, detto monsignor di Monzoia, e fattolo capitano di molta gente d’arme, lo mandò per il stato ecclesiastico, acquistando le terre e riducendole ad obedienza sua, con commissione ancora di andare a Roma et espugnare Urbano e ridurla a la sua devozione; e venendo monsignor di Monzoia vittoriosamente contra Roma, si pose a campo a Marino, castello lontano da Roma dodici miglia, per espugnarlo. Urbano confortato da’ romani a mandarli incontra, e invitato dal valore e virtú del conte Alberico da Barbiano suo capitano, datali la benedizione, con quelle genti che ’l si trovava e col popolo usci una sera di Roma a’ di 28 di aprile 1379 e fece il suo alloggiamento appresso a li inimici. La mattina sequente in su l’aurora fece dui squadroni, e-uno ne tolse per sé, l’altro diede a Galeazzo da Pepoli, e fece sonare a la battaglia, inviandosi verso li inimici. Monsignor di Monzoia da l’altra parte fece tre squadroni: il primo tolse per sé, il secondo diede a messer Berardo da Sala, il terzo a messer Piero da la Sagra; e fecesi incontra al conte Alberico. E attaccato un fiero fatto d’arme, fu rotto il squadrone di Galeazzo da Pepoli nel primo assalto; ma andando al suo soccorso il conte Alberico fece si terribile e impetuoso assalto contra li inimici, che ruppe il squadrone di messer Berardo da Sala e fecelo prigione: poi passando per forza il secondo, e ristorato Galeazzo, andorno a ferire nel terzo e ne le bandiere proprie di monsignor di Monzoia. E fracassato il squadrone