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con consiglio di messer Nicola da Napoli, allora famosissimo iurista e consigliere de la regina Giovanna, e inimico di Urbano. E Urbano fece citare et escomunicò loro, e finalmente, non curando l’uno de l’altro e pretendendo questi che la sede vacasse, il settembre sequente elesseno a Fondi con le debite cerimonie un altro papa, cioè il cardinale di Ginevra, e fu chiamato Clemente VII; e poi scrisseno a tutte le potenze cristiane che non Urbano, ma Clemente era il vero papa. Urbano rimase a Roma e con lui si accostò Italia, Alemagna e Ungaria: Clemente andò in Avignone e la sua parte seguitorono Francia e Spagna; e cosi fu fatto lo scisma, al quale solo la regina Giovanna avea dato favore, come è detto. Per piú notizia de le cose passate et esempio de le future, è da sapere la cagione de la inimicizia che aveva messer Nicola da Napoli, consiglierò de la regina, con papa Urbano. Era messer Nicola un gran iurista e in molte liti le quali in corte di Roma avea avuto, Urbano, essendo in minor gradi, li era stato contra, come accade ne le avvocazioni; essendo poi fatto papa Urbano e mandando li potentati a farli reverenza e prestarli obedienza, la regina Giovanna ancor lei mandò Otto di Bransvich suo marito e messer Nicola predetto suoi oratori a Roma, ove essendo gran numero di ambasciatori, fece Urbano un pubblico e magnifico convito, ove molti signori e tutti li ambasciatori furono convocati. Posti a tavola al suo ordine, messer Nicola, come uomo dottissimo e nobile oratore de la regina Giovanna, fu posto in loco bene onorato; ma poi che tutti furono assettati, il papa comandò al maestro di sala che facesse levare messer Nicola e lo ponesse in loco piú basso, e cosi fu fatto con carico di messer Nicola. Il quale dissimulando nel viso tale iniuria, la portò in pazienza; ma partendosi dappo’ il convito disse ad un cardinale che con lui si doleva di quell’atto e confortavalo ad aspettar tempo, che l’aveva due anime in corpo, una ne aveva deputata a Dio, l’altra la daria a chi la voleva: e da quell’ora in poi indusse la regina a l’odio di Urbano e fu consultore di tutto il processo a la elezione di Clemente, come di sopra avemo detto.