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e a Bologna e a Fiorenza, ove bisognasse. Per la qual cosa Enrico, essendo a Genova, promise occultamente a l’oratore del re Federico di Sicilia far lega con lui contra il re Roberto: la qual cosa dissimulando Roberto, non stette che non mandasse a Roma Giovanni principe de la Morea suo fratello ad onorar la sua coronazione. Et essendo poi a Tibure, Enrico concluse detta lega con li ambasciatori di Federico e li offerse dare una sua figliuola per donna per fare parentado con lui e ordinò che armasse per entrare in Calabria, promettendoli aggiungere l’armata de’ genovesi e de* pisani: le quali cose circa lo apparato de l’armi fumo subito fatte, in modo che andando poi Enrico a campo a Fiorenza, Roberto molto requisito da’ fiorentini non li mandò alcuno aiuto, allegando d’essere occupato a la difesa propria, per essere entrato in Calabria Federico con potente armata; né possette soccorrerli ancorché i fiorentini li déssino allora il libero dominio de la loro cittá.

Ma partito Enrico da Fiorenza, parendoli quella dura impresa, si condusse a Pisa e li fece citare solennemente Roberto, il quale non essendo comparso, lo pronunziò recaduto del regno di Napoli: la qual sentenza poi in Avignone fu da Clemente V revocata e annullata, si come ancora nel volume de le Clementine scritto si vede. Infermato poi Enrico a Bonconvento nel contado di Siena e li attossicato ne la eucaristia da un frate di san Domenico per opera e arte de’ fiorentini (si come la piú parte de li scrittori dicono) passò di questa vita: se bene solo Mussato da Padua, diligente scrittore de le cose di questo Enrico, di tal generazione di morte non parla.

Per la morte di Enrico, Federico levò l’esercito di Calabria e in Sicilia si ridusse, e Roberto, libero da l’inimico, mandò a l’aiuto de’ lucchesi e de li altri guelfi in Toscana, contra Uguccion Fasola allora nobile capitano, Piero cognominato Tempesta, duca di Gravina, suo fratei minore di etá de li altri, con alcune poche genti, e dappo’ lui Filippo quartogenito suo fratello principe di Taranto con Carlo suo figliuolo