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UBRO QUINTO 193 fu sepolto ne la chiesa di San Domenico. Dappoi fu il suo corpo portato in Provenza e nel monasterio di santa Maria di Nazareth, edificato in Arles da lui, fu collocato. Fu Carlo II uomo benigno e grazioso e giusto e molto liberale, in modo che scrivono lui essere stato tenuto un altro Alessandro per liberalitá. Fu nobile principe ne le cose civili e pacifiche, ma ne le militari né fortunato né esperto: fu de la persona alquanto torto e zoppo e, si come scrivono alcuni a la napolitana, fu sciancato. Ebbe per donna, vivente il padre, come è detto, madonna Maria figliuola del re Stefano di Ungaria, de la quale ebbe nove figliuoli maschi e cinque feinine. Li maschi furono: Carlo Martello primogenito, re di Ungaria per successione de la madre, Lodovico secondogenito, frate minore e vescovo di Tolosa, canonizzato santo da Giovanni XXII pontefice, Roberto terzogenito che fu re di Napoli dappo’ lui, Filippo principe di Taranto che fu prigione in Palermo, Giovanni principe de la Morea, Tristano che nascette stando lui in Catalogna, Raimondo Bellingeri che fu reggente de la Vicaria, Lodovico II duca di Durazzo, Piero conte di Gravina; le cinque figliuole femine furono queste: Clemenza, donna di Carlo fratello di Filippo Bello re di Francia, Bianca, donna del re Iacomo di Aragona, Eleanora, che fu donna del re Federico di Sicilia, Maria, donna del re di Maiorica, Beatrice, che fu donna di Azzo marchese da Este e signor di Ferrara, poi di messer Beltramo del Balzo, poi di Roberto delfin di Vienna, essendo in breve tempo morti li dui primi mariti. Fece ancora Carlo molti nobili edifici in Provenza e in Italia e massimamente monasteri e chiese, le quali ancor dotò di molte ricchezze. Edificò il molo di Napoli e rimise la còlta a li cittadini; onorò molti uomini di baronie e in somma fu tenuto ottimo principe e amator di pace. Fu nondimeno imputato da alcuno scrittore di essere stato alquanto troppo in vecchiezza lascivo. Roberto, terzogenito del re Carlo II, essendo in Avignone nel tempo de la morte del padre, fu chiamato successor nel regno e da Clemente V prima che partisse di Provenza