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le ragioni che lei aveva nel regno di Hierusalein. E cosi fu coronato re di Hierusalem; e mandò in Soria per governatore del regno Roggero da San Severino, il quale pose officiali in nome di Carlo e ricevette la fedeltá e li giuramenti de l’omaggio da li cavalieri e baroni che erano ne la provincia, col favore ancora di Albertin Moresini bailo de’ veneziani in Acri. E per questa ragione è da estimare che li successori di Carlo predetto, tutti insino a la seconda Giovanna de la quale diremo innanzi, e anche li altri re di Napoli si sono sempre intitolati re di Hierusalem. Ma chi fusse il padre de la damigella Maria e per qual capo ella pretendesse ragione nel regno ierosolimitano, per ancora non l’ho trovato: umano officio sará di chi lo troverá, aggiungerlo a questa istoria. Stando Carlo in Napoli pacifico, non contento ancora de li regni che aveva, sotto speranza di alcune poche terre che aveva ne l’Acaia detta Morea, deliberò conquistare il regno constantinopolitano e cacciarne Michele Paleologo, allora imperatore; ma la fortuna li oppose maggior faccende in casa propria. Imperocché portandosi male li prefetti, giudici e officiali e soldati francesi in Sicilia, si circa la pudicizia de le donne, come circa le robbe e sangue de li uomini, un messer Giovanni da Procida salernitano, giá medico del re Manfredi, tenuto pratica con li primi uomini di Sicilia, deliberò levare quell’isola da la servitú de’ francesi. Onde prima andò in Constantinopoli a fare intendere a l’imperatore la deliberazione di Carlo e incaparrare il favore de’ greci; poi andò in Catalogna ad offerire il regno di quella isola al re Piero di Aragona, che aveva per donna Constanza figliuola giá del re Manfredi; andò a Roma due volte a Nicolò III pontefice, e tanto operò, che Piero accettò l’impresa e funne investito dal pontefice per ragion di detta Constanza. E insomma con tanta sagacitá e secreto operò questo medico, che condusse in diciotto mesi la pratica ad effetto, con tal ordine (che fu mirabil cosa stesse tra tanti secreto) che ad un giorno deputato, al primo suono de le campane di vespero, tutte le terre di Sicilia pigliassino l’arme e quanti francesi trovavano am-