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scudiero, vestiti in abito di asinari, avendo errato tre di per li boschi né sapendo dove andare, finalmente pervennero per sua mala sorte nel bosco di Astura in ripa romana sopra la marina, ove vedendo una piccola barca di un pescatore, lo pregorno li volesse condurre a li liti di Siena ovvero di Pisa, e li feceno molte gran promesse. Il pescatore accettò di farlo, ma bisognandoli pane e per loro e per lui, né avendo alcun denaro da dare al pescatore che ne andasse a comprare, Corradino si trasse un anello di dito e diedelo al pescatore, acciò che impegnandolo a la terra potesse comprar del pane e venire a la barca. Il pescatore andò a la terra in Astura e dimandando del valore de l’anello e denari sopra esso, ragionando, come accade, disse de li dui giovini di buono aspetto, ma mal vesdti, che erano venuti a la sua barca e lo aveano condotto; e tolto il pane se ne tornò a la marina e dati li remi in acqua, levando costoro, si inviò al cammino designato. La fama di questa cosa andò per la terra e pervenne a le orecchie di Giovanni Frangipane gentiluomo romano e signore di Astura, il quale subito si avvisò uno di quelli dui giovini essere Corradino, il quale Carlo con tanta diligenza facea cercare. Onde subito armato un galeone, lo mandò a la volta de la barca del pescatore, e quella giunto, e senza fatica presi li poveri e meschini signori, li condusse ad Astura. La fama velocissima de la presa di Corradino andò al re Carlo e lui per non perder tal preda con mirabil celeritá cinse Astura per mare e per terra con le genti d’arme: o che lo facesse per servar l’onore di Giovanni Frangipane, che volesse parere essere sforzato, secondo alcuni scrittori, o pur per aviditá estrema che avea di avere ne le mani Corradino, non si fidando; tanto fece che l’ebbe ne le mani e con lui li suoi compagni. Menando sempre con seco questi prigioni, andò a Roma e dispose le cose de la terra lasciando in suo loco senatore Iacobo Cantelmo; poi, come fu a Ginezzano, fece tagliar la testa a Galvano e Galeotto in vendetta de la morte del marescalco suo, morto nel fatto d’arme. Poi se ne venne a Napoli, e Corradino e il duca d’Austria