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Luceria (che fu l’ultima terra ad avere) li furono dati in mano, e lui li fece morire in carcere.

Fu Manfredi uomo di persona bellissimo, dottissimo in lettere, instruttissimo in filosofia e grandissimo aristotelico, affabile con ogni uomo, animoso e gagliardo de la sua persona; astuto molto e reputato liberalissimo sopra tutti li altri signori, in modo che Riccobaldo istorico scrive di lui che di ingegno e liberalitá e beneficenza ragionevolmente si poteva equiparare a Tito imperatore figliuolo di Vespasiano, che fu reputato le delizie de la generazione umana. Edificò Manfredi una cittá nel seno, ovvero golfo di Siponto e chiamolla del suo nome Manfredonia: degno veramente di miglior sorte, se il fato o la provvidenza altro di lui non avesse ordinato.

Carlo, duca di Angiò e conte di Provenza, primo re di Napoli di questo nome, rimasto vincitore come è detto, ebbe in pochi di tutto il reame di Napoli e di Sicilia l’anno 1266, eccetto Luceria de’ saracini: a la quale essendo andato a campo, né potendo espugnarla, fattoli intorno molte bastie ben guardate, la lasciò assediata e non l’ebbe se non passata la guerra di Corradino, de la quale diremo innanzi. Et ebbela per accordo, con patto che li saracini rimanessino in essa e dessino prigioni a Carlo tutti quelli che erano in Luceria d’altra nazione che saracinica, e appresso la mogliere e il figliuolo di Manfredi, il quale carcerato nel Castel de l’Ovo e in quello fatto cieco, miseramente fini sua vita.

Andò poi Carlo a Napoli, ove regalmente ricevuto in Capuana, trovò tutto il tesoro di Manfredi in oro e fattoselo mettere innanzi sopra tappeti, ove era sola la regina e messer Beltramo dal Balzo, fece venire le bilance dicendo a messer Beltramo che lo partisse. Messer Beltramo rispose non bisognar bilance a questo, ma montandoli sopra con li piedi ne fece tre parti dicendo: — Una è del re, l’altra de la regina, la terza de li vostri cavalieri. — E cosi fu dispensato; e allora il re Carlo lo fece conte di Avellino.

Fece poi liberare tutti li prigioni pugliesi, e li baroni mandò a li suoi contadi, chi in Italia e chi in Sicilia; e non li