Pagina:Collenuccio, Pandolfo – Compendio de le istorie del Regno di Napoli, 1929 – BEIC 1787614.djvu/169

altri, i quali poi furono mandati in Provenza e li morirno in prigione. Erano ancora dieci de li cavalieri di Manfredi, per la maggior parte napolitani, che avevano giurato la morte a Carlo, -da li quali Carlo con gran valore e pericolo e fatica si era difeso; e nove di loro furono morti, solo messer Corrado Capeccio facendosi la via per forza con la spada, scampò e fuggi in Sicilia a salvamento, dappoi molti pericoli. Rotto e sconfitto in tutto il campo di Manfredi, e lui morto, Carlo sopra sera entrò in Benevento e non ostante che ’l vescovo e il clero tutto con le croci e con le reliquie apparate li venissino incontra e tutti li vecchi e matrone, dimandando venia e perdono, la terra fu posta a sacco e il vescovo primo battuto e spogliato e tutti li altri sacerdoti, ogni cosa messa a fuoco e a rapina e in pubblico violate vergini e le mura buttate a terra, e insomma Benevento miserabilmente disfatto. Del fine di Manfredi niuna certezza si aveva, ancora che Carlo grande inquisizione ne facesse fare, se non che ’1 terzo di, secondo alcuni, un villano il trovò e avendolo posto attraverso a un asino, andava gridando: — Ecco il re Manfredi ! Per la qual cosa da un barone francese ebbe molte bastonate. Ma secondo altri scrittori piú verisimili, menando un piccardo il cavallo che fu di Manfredi a mano, che era molto bello ancorché fusse senza un occhio, fu riconosciuto da molti, e detto a Carlo, che fattosi venire il piccardo e il cavallo, li dimandò come l’aveva avuto e guadagnato: il piccardo li disse come e dove. Fu mandato nel loco e cercato tra quelli corpi e mandati prigioni che lo potevano conoscere, e fu ritrovato Manfredi in quel loco che il piccardo designò. E lavato tutto il corpo di vino, però ch’era di fango e di sangue tutto sordido, lo fece portare a la presenza de li baroni presi, che piú intrinseca notizia ne potevano avere, e dimandare se quello era il corpo di Manfredi. E rispondendo alcuni timidamente, il conte Giordano, e chi dice il conte Bartolomeo Semplice, come lo vide, subito il conobbe e levato un gran strido con infinite lacrime se li gittò addosso baciandolo e dicendo: — Ohimè, signor mio, signor buono, signor savio, chi ti ha