Pagina:Collenuccio, Pandolfo – Compendio de le istorie del Regno di Napoli, 1929 – BEIC 1787614.djvu/163

UBRO QUARTO 157 valoroso, che per donna aveva Beatrice, che fu figliuola di Raimondo Belingieri conte di Provenza, per la quale lui ancora conte di Provenza si intitolava. A costui deliberò Urbano dare il regno di Sicilia citra et ultra il Faro, con questo che a le sue spese se l’acquistasse e lo riconoscesse da la Chiesa pagandone il debito censo. E cosi, fatto solenni lettere e bolle di tale elezione e investitura, ne l’anno 1262 per un cardinale legato per questo, le mandò a Carlo in Francia. Carlo consigliatosi col re Ludovico e con Roberto conte di Artois e Arnolfo conte di Pittiers suoi fratelli, e con Beatrice sua donna, la quale per aver tre sorelle regine, vedendosi contessa, molto infestò il marito ad accettare per venire ancor lei al titolo di regina, accettò la impresa e cominciò a mettersi in ordine con aiuto del re Lodovico e de li altri suoi fratelli, baroni e amici e de la sua donna ancora, la quale tutte le sue gioie impegnò e vendette per aiutarlo.

Intendendo queste cose Manfredi, oltra che si fortificasse nel regno, fece armare nel reame e a’ genovesi e pisani piú di trenta galee, e in Lombardia fece condur gente dal marchese Palavicino suo parente e amico e a lui molto simile, acciò che quelle galee per mare e il Palavicino per terra ostassero al passar de’ francesi nel regno di Napoli. In questo mezzo mori Urbano IV con opinione universale che tal morte avesse a disturbare l’impresa di Carlo, ma subito fu eletto a Viterbo Clemente IV, il quale era assente in legazione in Francia et era di nazione provenzale: il quale, intesa la elezione, venne subito in Italia e per sospetto de la provvisione di Manfredi, travestito da mercatante pervenne a Perosa, ove scopertosi fu da’ cardinali con la corte solenne condotto a Viterbo, a niun’altra cosa piú attendendo che a la spedizione cominciata da Carlo d’Angiò contra Manfredi. Apparse in questo tempo una grandissima cometa, de la quale per memoria di uomini mai fu veduta la maggiore: si levava la sera da oriente con eccessivo splendore e andava insino a la linea di mezzo di verso ponente tirandosi drieto una lunga e luminosa coda. Durò piú di tre mesi e