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li potesse esser dato, perché tutti li capi e li migliori de le sue genti, corrotti per denari da Manfredi, lo avevano lasciato. Anzi fu creduto, per esser Manfredi fautore de’ ghibellini, il cardinale legato che era de la casa de li Ubaldini, che son sommi ghibellini, per aver Manfredi favorevole a li amici e parenti di quella parte, si portasse lentamente in quella legazione. Per la qual cosa Manfredi, cresciuta la reputazione con titolo di re, non avendo ostacolo, volendo farsi de li amici ancora fuora del regno, mandò gente d’arme in aiuto de’ sanesi e di tanti altri ghibellini di Toscana e fece lega co’ veneziani, senza esser però lui obbligato ad altro che a mandare armata con loro contra genovesi soli e non altra nazione. Onde Ottaviano, poco fortunato legato, si parti lasciando Napoli libera e ogni altro pensiere de le cose di quel regno, ne l’anno 1261, nel quale Alessandro IV moritte e in suo loco in Anagnia fu creato pontefice Urbano IV.

Manfredi seguitando il suo concetto di vendicarsi del papa e ampliare lo stato, mandò li saracini, i quali aveva condotti d’Africa, insieme con li altri di Luceria, in Campagna di Roma, la qual tutta insino a Frosolone scorseno e saccheggiorno. Urbano che questo avea antiveduto, avea giá mandato in Francia a predicar la croce e invocare aiuto contra Manfredi e li saracini, e avevaio impetrato, e fatto un buon esercito: capi del quale erano crucesignati Guido vescovo autissiodorense, Riccardo conte di Vindozzo e Roberto figliuolo del conte di Fiandra, genero di Carlo conte di Provenza e di Angiò. Questi, mettendosi insieme ad Alba di Piemonte, passando per Lombardia arrivorno in Campagna, de la quale senza fatica e senza sangue cacciorno li saracini, i quali subito si levorno e passorno il Garigliano, e in modo si alloggiorno forti e ben muniti, che sufficienti non erano le forze de’ crucesignati ad espugnarli.

Per la qual cosa avendo al tutto deliberato Urbano di cacciare Manfredi, prese un altro maggior partito. Aveva il re Lodovico santo di Francia tre fratelli, e tra essi Carlo duca d’Angiò e conte di Provenza, molto nominato per uomo