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diligenza far dovete, acciò che a Dio ben servano quelli che vogliono essere addimandati clerici».

Per queste cose adunque tennero forse allora li prelati che Federico meritasse nome di persecutore de la Chiesa; ne la qual cosa, come ho detto, di altrui sia il iudicio, facendo qui fine a quanto occorre di Federico II.

Manfredi, poi che ebbe celebrate le esequie e sepoltura del padre, si come bailo e governatore del regno in nome di Corrado suo legittimo fratello, il quale era in Alemagna, tutto il regno di Napoli facilmente ebbe in suo dominio; solo Napoli, Capua e Aquino si rebellorno per instigazione del conte di Caserta, il quale fu il primo a dar volta, non ostante che era cognato del detto Manfredi, però che aveva una figliuola di Federico per donna.

Rebellate le dette terre si detteno a la Chiesa e il papa le accettò con promissione di mandarli soccorso, e benché Manfredi désse per piú vie molte molestie a Napoli, nondimeno mai la possette ridurre a sua devozione. Innocenzo in questo mezzo l’anno 1251 con intenzione di occupare il reame parti da Lione e venne a Genova, facendo molte minacce e congregazioni di arme, e investi del regno un Ciarlotto fratello del re d’Inghilterra, il quale accettò e ne le lettere si scriveva re di Sicilia; nondimeno non venne mai in Italia e la sua investitura mai ebbe effetto alcuno né il papa alcun sussidio mandò nel reame.

Corrado in questo mezzo, intesa la morte del padre, movendo subito con grande esercito passò per Marca Trivisana in Lombardia, la quale tutta era volta a rebellione eccetta Cremona fedelissima con li suoi seguaci; e stato in quella un pezzo e composte le cose de’ suoi fedeli, tornò per la via del Friuli a Porto Naone per consiglio di Ezelino da Romano locotenente imperiale in quelli lochi, di dove per via di mare e per il seno Adriatico, e con l’aiuto de’ veneziani e lor legni, entrò nel reame, ricevuto con gran letizia e onore da Manfredi nel porto di Capitanata ove fu poi Manfredonia. E subito pieno d’ira e di furore scorrendo il paese, fece