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de la corte e secretarlo, e fu il primo uomo che appresso di sé avesse, lo fece pigliare, e del mese di aprile sequente si parti di Lombardia con intenzione di andare in Puglia e poi tornarvi l’agosto sequente.

Passando adunque per Toscana trovò il principe di Antiochia suo figliuolo con li fiorentini a campo a Caprara ove si erano ridotti li guelfi suoi ribelli, i quali si ingegnavano di far rebellare tutta Toscana e massime il castello San Miniato: li fece dar la battaglia et espugnarlo e li guelfi fatti prigioni ordinò si menassino con seco nel reame.

E perché quelli di San Miniato corrotti da’ guelfi avevano giá preso il veneno de la rebel bone e titubavano in modo che non era da aver fede in loro, e non voleva l’imperatore perderli tempo attorno, deliberò con astuzia averli, la qual fu in questo modo. Imperocché dissimulando la perfidia loro, tolse buon numero de li suoi migliori soldati fedeli e animosi e feceli catenare in modo che parea fussino prigioni lombardi, e fece cargar li muli di molti forzieri pieni d’arme d’ogni sorte e coprire le some di tappeti e coperte, in modo che pareva la camera e la salvaroba sua; e quelli simulati prigioni con Piero da le Vigne innanzi, il quale era veramente prigione e ben legato, e tutte dette some di forzieri le mandò con suoi messi fidati a San Miniato, che dicessino a quelli uomini da parte sua, che non avendo in Toscana l’imperatore la piú fedel terra di San Miniato né in che piú si fidasse, volendo andar con prestezza senza impedimento nel reame con intenzione di tornar presto, li mandava questi prigioni che erano di importanza e la piú cara roba sua, e li pregava volessino conservarli ogni cosa con diligenza sino a la sua tornata. I samminiatesi vedendosi l’imperatore armato appresso, ancora che si sentissino sospetti, estimando che non poteano perdere in tutto partendo l’imperatore e lasciando li quella roba e quelli prigioni, dissimulorono anche loro e dimostrandosi molto fedeli accettorono ogni cosa con buon volto, e ne la terra li intromiseno. Li buoni soldati, quando li parse il tempo secondo l’ordine dato, in un momento buttorno in terra