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abitazioni e corte e piazze e botteghe e tutte l’altre cose a forma di una cittá di molti anni.

Stando ne la cittá di Vittoria a l’assedio di Parma, Federico due novelle ebbe vittoriose: la prima, che il conte Roberto da Castiglione vicario imperiale ne la Marca, che stava a Macerata, aveva rotto ad Osimo l’esercito ecclesiastico, del quale era capo un Marcellino vescovo di Arezzo, e aveva preso e posto in ferri detto Marcellino e fatto gran numero di prigioni e morto circa quattro mila uomini e guadagnato molte bandiere de le cittá ribelli che tenevano con esso, e massime di anconitani, e tra quelle la bandiera che mandò a donare Emanuele imperatore constantinopolitano a li anconitani, quando li sottrasse da la obedienza di Federico Barbarossa; la seconda novella fu che l’anno 1248 del mese di gennaro guelfi e ghibellini di Fiorenza si levorono in arme tra loro e una de le parti avea posto fuoco ne le case de l’altra, talmente che mille case erano bruciate. Li ghibellini chiamorno al loro aiuto Federico principe di Antiochia, il quale essendo governatore di Toscana, due miglia lontano da la terra si trovava et entrato dentro corse la terra per l’imperatore suo padre; li guelfi impauriti, lasciate lor robe, mogliere e figlioli, si ridusseno a Bologna e non volendo tornare a giurare fedeltá furono banditi e il loro avere a la Camera imperiale confiscato e minatoli le case: Fiorenza al dominio imperiale rimase. Ma non fu lunga la letizia di tali novelle, però che non ben forniti ancora dui anni de l’assedio, essendo stato alcun di gravato d’infermitá Federico, poi ch’ebbe riassunto alquanto le forze, uscito con circa cinquanta cavalli di Vittoria, andò per ricreazione ad uccellare a falconi l’ultimo di di febbraio del detto anno 1248; il resto de l’esercito, tra per l’assenza de l’imperatore, tra per troppa vigoria poco estimando li inimici, ancor lui vagabondo e ozioso per la campagna ne andava. Da questo presa la occasione, il legato e popolo di Parma con tutto il suo sforzo usci fuora a 1 * improvviso e assaltò il campo da la parte di sopra di Vittoria, e non di verso Parma ove era meglio munita. La campana che era