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Castellana e l’imperatore in campo nel territorio d’essa. Stando in questo modo li dui principi e andando ogni di messi da una corte a l’altra, un di il papa se n’andò occultamente a Sutri menando con sé li ambasciatori genovesi, i quali erano venuti a farli reverenza a Civita Castellana e ordinò che le loro galee che erano a Ostia, con le quali erano venuti, fussino menate a Civitavecchia; e tacitamente la notte de la vigilia di san Piero 1244, accompagnato da sette cardinali e altri vescovi e prelati, e deposti li panni clericali, armati con silenzio si partirno, e giunti a Civitavecchia e li montati ne le predette galee, a la volta di Genova se n’andorno, lasciando Federico deluso. Il quale, veduti questi modi del papa, forni tutte le terre del Patrimonio e le terre intorno a Roma, le quali lui tenea, e a Pisa se ne venne e mandò Piero da le Vigne a confirmare le cose di Parma per li molti e gran parenti che li avea dentro Innocenzo pontefice. Dappoi confirmate le cose di Toscana, montando sopra l’armata de’ pisani, se n’andò nel regno di Napoli.

Innocenzo condottosi da Genova a Lione in Francia, indisse il concilio universale e ogni di ne le predicazioni pubbliche chiamava ad alta voce Federico che comparisse a sua defensione al concilio. Federico, fatti li tre di di Pasqua in Capua, l’anno 1245 parti dal reame e venne a Trani nel ducato e di li mandò a dare il guasto a Viterbo; poi venne ad Ameria e Aquapendente e Siena e Pisa e di li per Lunisiana a Pontremoli, Parma e Bressello, e li passato il Po per il ponte, andò a Casalmaggiore e di li a Verona. Ma prima che partisse da Parma mandò il patriarca di Antiochia, che nuovamente era venuto di Soria, e l’arcivescovo di Palermo e messer Taddeo da Sessa suo giudice de la corte e dui altri dottori cremonesi al concilio per trattar la concordia tra il sacerdozio e l’imperio, e da l’altro canto ordinò ad Enzio re di Sardegna suo figliuolo e a Federico principe di Antiochia pur suo figliuolo, che con l’esercito andassino a dare il guasto a Piacenza. In Verona tenne solenne corte, ove fu Corrado re di Alemagna suo figliuolo e li principi alemanni e Balduino